Si chiama equo compenso Imaie e tra pochi giorni peserà sulle tasche degli albergatori. Si tratta di una nuova tassa che i proprietari di alberghi dovranno pagare per contribuire a finanziare l’Istituto mutualistico Artisti Interpreti ed Esecutori, la ‘collecting’ che gestisce i diritti connessi degli artisti interpreti o esecutori, amministrando e ripartendo il cosiddetto ‘equo compenso’ dovuto ai suoi rappresentati per la pubblica diffusione, comunicazione, trasmissione e riutilizzazione delle registrazioni fonografiche da essi eseguite e delle opere cinematografiche o assimilate da essi interpretate.

In soldoni gli alberghi che possiedono almeno una televisione dovranno versare un balzello per pagare le pensioni degli attori. A seconda delle stelle e del numero di camere gli albergatori pagherebbero tra i 32 e i 181 euro annui di Imaie. Ai quali vanno già aggiunti il canone Rai, la Siae, Scf e i costi di abbonamento a Sky.

La data per il pagamento, stabilita in un primo momento per il giorno 11 settembre, è stata prorogata al 31 ottobre – commenta Rita Cavalieri, presidente Licom – Chi non pagherà o lo farà in ritardo vedrà l’importo del tributo raddoppiato. Questa tassa è basata sulla legge del diritto d’autore del 1941, quando i televisori ancora non esistevano e certamente il mondo era molto diverso quindi troviamo insensato che sia applicata nel 2015. Per questo chiediamo al più preso un provvedimento che escluda da questo ingiusto onere gli alberghi che già soffrono a causa della crisi che in questi anni ha ridotto notevolmente la capacità di spesa dei turisti”.

La domanda che sorge spontanea è se a fronte della nascita di eventuali nuovi organismi di rappresentanza degli artisti e interpreti – conclude Rita Cavalieri – si moltiplicheranno conseguentemente anche le tasse”.