“Tutti gli edifici scolastici, sia quelli di proprietà comunale che statale, risultano agibili e in sicurezza, sono dotati di piani di emergenza ed evacuazione, e del documento di valutazione dei rischi. Il certificato di agibilità invece non è presente ovunque, in quanto trattandosi di edifici pubblici non è richiesto”.

Lo ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Gabriele Giacobazzi, nella seduta del Consiglio comunale di Modena di giovedì 1 ottobre, rispondendo all’interrogazione del M5s illustrata da Elisabetta Scardozzi sulla sicurezza e qualità degli edifici scolastici. La consigliera ha chiesto, in particolare, quale risulta essere lo stato di agibilità e di sicurezza delle scuole del territorio, quali di queste sono dotate dei necessari piani di rischio, della certificazione di idoneità statica e di agibilità e di ogni altro documento che ne attesti la sicurezza, con particolare riferimento all’idoneità sismica e al Certificato di prevenzione incendi. Scardozzi ha poi domandato se esiste una pianificazione per gli adeguamenti sismici, la riqualificazione e il miglioramento dei fabbricati scolastici anche sotto il profilo dell’efficienza energetica, del comfort e della qualità degli ambienti, quali scuole e con quale tipo di investimento sono rientrate nel progetto Scuole belle, Scuole sicure e 8×1000 edilizia scolastica, se “esistono scuole o classi che non rispettano le disposizioni vigenti sulle dimensioni delle aule scolastiche e sulla relazione con il numero degli alunni ospitati”, e “quale impatto è previsto rispetto all’impossibilità di conferire supplenze nei primi sette giorni di assenza degli insegnanti a fronte dell’accertata insufficienza dei collaboratori scolastici”.

L’assessore ha spiegato che “una verifica di stabilità su tutti gli immobili scolastici del territorio è stata effettuata nel 2012, dopo il terremoto. Il Comune, inoltre – ha proseguito – negli ultimi due anni, sta provvedendo a verificare lo stato di conservazione degli intradossi dei solai attraverso una indagine mirata, effettuata mediante l’utilizzo di analisi termografiche. Gli edifici scolastici già verificati sono diversi e consolidamenti sono stati realizzati nelle scuole materne Lippi, Barchetta, Don Minzoni, Fossamonda, Villaggio Giardino, alle secondarie Cavour e Ferraris, e al Centro di formazione per adulti. Sono in corso di realizzazione interventi nelle scuole elementare S.G.Bosco e medie Paoli. Oltre 50 scuole saranno oggetto di prossime indagini, su cui è in fase di redazione il capitolato d’oneri”. Giacobazzi ha inoltre precisato che “negli scorsi anni, è stato realizzato un primo stralcio di lavori per l’adeguamento sismico delle scuole primarie De Amicis e Pascoli, e della secondaria di primo grado San Carlo. Nel piano triennale Opere pubbliche – ha proseguito – è previsto un secondo stralcio di lavori per 800 mila euro, relativo alle stesse scuole. E’ inoltre in corso la gara per l’affidamento dei lavori di ‘Adeguamento normativo prevenzione incendi negli edifici scolastici’, per un importo di oltre 860 mila euro: attualmente, dei 94 edifici scolastici presenti in città, 18 sono in possesso del certificato antincendio in corso di validità e per 16 non è necessario. Nel piano triennale delle opere pubbliche – ha aggiunto – è inoltre previsto, nel triennio 2015-2017, un milione di euro per lavori di adeguamento per ottenere il certificato”.

L’assessore ha inoltre ricordato che il settore Ambiente del Comune, in accordo con il settore Lavori Pubblici, realizza annualmente un programma di riqualificazione energetica su diversi edifici scolastici e in particolare, nell’anno in corso sono stati realizzati lavori di sostituzione serramenti nelle scuole Cavour e Gramsci, per un importo di 460 mila euro, e di sostituzione di corpi illuminanti in otto scuole, per una spesa di 280 mila euro. Il nuovo bando “Gestione calore”, poi, contempla l’efficientamento energetico come una delle migliorie che possono essere presentate dalle ditte invitate in corso di valutazione.

Per l’anno 2015 hanno ricevuto finanziamenti dal Miur nell’ambito del progetto “Scuole belle” le scuole primarie Rodari (28.292 euro) e Giovanni XXIII (24.092 euro). Con il progetto “Scuole sicure” sono stati fatti interventi di manutenzione straordinaria delle coperture per un importo netto di 241.491 mila euro in 15 scuole e interventi alle strutture e di sicurezza per un importo netto di 96.288 euro in nove scuole. Con l’8X1000, infine, sono stati previsti interventi per l’ottenimento dei Certificati di Prevenzione incendi per le scuole primarie Ciro Menotti, Graziosi-Carbonieri e Saliceto Panaro.

“Se a tutti questi interventi aggiungiamo gli appalti in corso per il terzo stralcio della scuola Mattarella e per il Sigonio – ha aggiunto Giacobazzi – non si può non riconoscere che si tratta di un piano di azioni decisamente vasto, tenendo anche conto della condizione finanziaria locale”.

Rispetto al rapporto tra dimensioni delle aule scolastiche e numero di alunni, l’assessore ha sottolineato che “non si riscontrano situazioni di aule inadeguate in quanto, nella composizione numerica delle classi, si tiene sempre in debito conto degli standard strutturali e di sicurezza”. Sul numero insufficiente di collaboratori scolastici, Giacobazzi ha infine evidenziato che “si tratta prevalentemente di un problema gestionale, su cui non sono pervenute particolari segnalazioni da parte delle Autonomie scolastiche”.

Nella replica, la consigliera Scardozzi ha sottolineato che “non si tratta esclusivamente di un problema gestionale, ma anche di sicurezza perchè senza collaboratori scolastici la scuola non può essere aperta agli alunni. Non so quanto il Comune possa fare su questo”, ha concluso la consigliera, che ha infine richiesto la convocazione di una Commissione tecnica rispetto al tema della sicurezza a scuola.

“NEL PIANO INTERVENTI DI INNOVAZIONE DIDATTICA”

L’assessore Cavazza ha risposto a due interrogazioni di Chincarini (Per me Modena). Rafforzamento di educazione musicale e inglese. Riorganizzazione in istituti comprensivi.

“Tra gli interventi che rientrano nell’ambito dell’innovazione didattica a cui punta ‘Educare Insieme’, il Piano per la Buona scuola a Modena, oltre all’introduzione di progetti pilota per l’insegnamento delle tecnologie digitali, c’è anche il rafforzamento delle attività di educazione musicale e di lingua inglese, che sono tradizionalmente parte del piano dell’offerta formativa dei nostri servizi, ma che quattro anni fa hanno subito un taglio drastico”.

Lo ha detto l’assessore a Cultura e Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 1 ottobre, rispondendo alla prima di due interrogazioni di Marco Chincarini di Per me Modena relative al Piano per una Buona scuola. Riferendosi al rafforzamento delle esperienze presenti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia di educazione musicale e lingua inglese, il consigliere chiedeva “quali insegnamenti e attività il Comune intenda rafforzare, quali le situazioni di maggior fragilità e quali le risorse oggi disponibili”.

L’assessore ha precisato che, oltre a ridurre le ore di formazione degli insegnanti, nell’anno scolastico 2011/2012 le attività musicali vennero dimezzate in nidi e sezioni di tre e quattro anni delle scuole d’infanzia, che registrarono anche la riduzione dell’inglese. E ha continuato: “Da quest’anno si è valutato prioritario partire dal rafforzamento di queste attività introducendo nuovamente gli appuntamenti formativi per i docenti. Inoltre, insieme a direzioni didattiche e coordinamento dei servizi convenzionati, si individueranno le realtà con caratteristiche di maggior fragilità, come un minor rapporto numerico insegnanti/bambini e la presenza di situazioni problematiche (bambini certificati, in fase di apprendimento dell’L2 o in disagio sociale). La scelta di quale attività rafforzare dipenderà dai bisogni e dai progetti in atto e dalla tipologia del servizio. Nel bilancio di previsione 2016 si valuterà la disponibilità di risorse e i nuovi investimenti per estendere l’offerta delle attività ai servizi individuati”.

La seconda interrogazione, relativa alla riorganizzazione in Istituti comprensivi, chiedeva “in base a quali valutazioni si sia deciso il passaggio completo al sistema degli Istituti Comprensivi; se la riorganizzazione determinerà il taglio di Autonomie scolastiche, se saranno spostate scuole dagli attuali Comprensivi e a cosa sia dovuta la fretta di procedere alla totale riorganizzazione”.

L’assessore Cavazza ha spiegato che “garantire continuità per gli alunni fra diversi gradi scolastici è l’obiettivo principale della proposta a cui sta lavorando un gruppo formato da dirigenti scolastici e dirigenti del Settore Istruzione del Comune. L’idea di fondo è assicurare a un alunno che si iscrive a un Comprensivo la possibilità di continuare a frequentare una scuola dello stesso Istituto per otto o anche undici anni: elemento che riteniamo costituisca un valore rilevante sulla qualità dell’offerta scolastica. Per questo, di ogni Comprensivo faranno parte almeno una scuola secondaria di primo grado, una o più primarie e talvolta anche una o più scuole d’infanzia. L’estensione all’intera città del modello è in linea con le finalità della legge e funzionale all’omogeneità di trattamento dei minori residenti in diverse aree”.

Dieci gli Istituti Comprensivi previsti nell’ipotesi che sarà discussa con insegnanti e famiglie, sottoposta al parere dei Consigli d’istituto e al vaglio del Consiglio comunale prima di poter essere inoltrata alla Regione, entro il 30 novembre.

“La proposta – ha sottolineato Cavazza – pone particolare attenzione a collocazione, caratteristiche funzionali e dimensioni degli edifici. Si è tenuto in considerazione l’attuale numero di minori in età 6-14 anni residenti e iscritti, con un occhio alle previsioni demografiche che indicano per il prossimo decennio un calo sensibile di alunni, più marcato nella scuola primaria (-1823 residenti in età 6-11 anni). Saranno possibili successivi aggiustamenti per garantire equilibrio, poiché la rete è suscettibile di variazioni in relazione all’andamento dei fattori che la determinano. E pensiamo che, per evitare eccessivi squilibri, anche lo spostamento di una scuola confluita in un comprensivo nella prima fase, possa essere accettabile rispetto alla realizzazione di un disegno più complessivo”. Infine, per quanto riguarda l’assegnazione degli alunni, il nuovo sistema “sarà organizzato su base territoriale secondo gli stradari delle primarie e anche il passaggio alla secondaria dello stesso comprensivo avverrà in automatico su questa base, fermo restando la possibilità di scegliere scuole diverse. Quindi l’accelerazione del processo è anche supportata dalla possibilità di passare direttamente ad una modalità unificata di assegnazione”.

Nella replica, il consigliere Chincarini ha sottolineato che “in questo momento evidentemente si sta ancora valutando la situazione e non c’è un’azione chiara rispetto al potenziamento delle attività di educazione musicale e di lingua inglese. Siamo ancora alla A di Annunci”, ha concluso annunciando di rimanere in attesa. Rispetto alla riorganizzazione, il consigliere ha precisato di aspettare “con ansia di conoscere la proposta, visto che passerà in Commissione e in Consiglio. Soprattutto con una situazione di andamento demografico così delicata bisogna mantenere altissima l’attenzione”.

NELLE PRIMARIE SACCHETTO PER GLI AVANZI

L’assessore Cavazza ha risposto all’interrogazione del consigliere Lenzini (Pd) sugli sprechi alimentari nelle mense scolastiche e le azioni per constrastarli.

Nelle scuole primarie verrà fornito gratuitamente ai bambini un sacchetto individuale lavabile per portare a casa il pane e la frutta non consumata.

Ad annunciare la volontà di estendere la sperimentazione già avviata presso le scuole Galilei e Buon Pastore è stato l’assessore a Cultura e Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 1 ottobre, in risposta all’interrogazione del Pd illustrata dal consigliere Diego Lenzini sullo stato di avanzamento della lotta allo spreco nelle mense scolastiche richiesta dall’Aula con l’approvazione di un ordine del giorno lo scorso maggio. Il documento chiedeva di estendere a varie scuole il progetto “Goog food bag” di Legambiente, che prevede di dare la possibilità a ogni bambino di portarsi a casa il cibo avanzato e di avviare un progetto di recupero di quanto ancora integro ridistribuendolo nei centri degli Enti caritatevoli del territorio o ad altre associazioni interessate. Nel merito l’ordine del giorno invitava quindi l’Amministrazione ad aprire un tavolo di lavoro con l’Ausl, la Cir Food (in qualità di fornitore dei pasti nelle mense scolastiche) ed eventualmente con le associazioni caritatevoli più rappresentative del territorio, per superare le possibili problematiche relative all’attuazione di tali progetti.

Cavazza ha quindi riportato la disponibilità espressa da Cir food, con cui già a dicembre 2014 si è costituito un tavolo di confronto, a fornire i sacchetti e ha aggiunto che, alle scuole dell’infanzia comunali, è stata data indicazione di distribuire a casa le merendine idonee all’asporto (per esempio frutta, focaccia, crackers, grissini, muffin) ai bambini che frequentano il part time. “In accordo con l’Ausl – ha sottolineato – non abbiamo mai fornito quei prodotti a maggior rischio igienico o che richiedono la garanzia della continuità della catena del freddo, quali yogurt, gelato, pizzette. Alcune merende restano da consumare a scuola poiché non porzionabili, come il succo di frutta da un litro, e vengono redistribuite la mattina successiva a colazione”.

L’assessore ha poi tracciato un quadro delle rimanenze alimentari delle mense scolastiche: dalle rilevazioni svolte a febbraio presso tre nidi (Vaciglio, Giardino, S. Paolo), due scuole d’Infanzia (Giardino, S. Paolo), tre scuole primarie (Palestrina, Galilei, S.Panaro) e al centro pasti è emerso che in quest’ultimo “non ci sono eccedenze alimentari da poter distribuire. Da anni la produzione viene calibrata su dati storici – ha spiegato Cavazza – ma soprattutto funziona la prenotazione personale quotidiana, per cui vengono prodotti e consegnati i pasti prenotati. Solo una piccolissima eccedenza viene prodotta giornalmente, nel caso si verifichino incidenti durante il trasposto dei pasti, ma per politica aziendale tale eccedenza costituisce il pranzo per i dipendenti che lavorano al terminale pasti. Anche nei nidi e nelle scuole dell’infanzia le eccedenze alimentari sono ridotte sempre perché vengono prodotti e consegnati solo i pasti prenotati. Possono esserci avanzi legati alla non gradibilità degli alimenti da parte dei bambini, ma occorre che non vengano proprio distribuiti per poterli recuperare e ridistribuire. È inoltre necessario che le scuole si dotino di un abbattitore di temperature e di un sistema di etichettamento”. Nei nidi le rimanenze sono prevalentemente riferibili a pane, frutta e merende che vengono gestite all’interno della scuola come spuntini. Le ridotte rimanenze relative a primi sono riferite a piatti già conditi quindi difficilmente recuperabili, mentre i secondi piatti spesso possono presentarsi frullati o tritati, in quanto destinati ad utenti di piccola età. Stessa situazione per le scuole dell’infanzia, in cui i primi rimanenti sono difficilmente recuperabili perché conditi e i secondi sono in quantità irrilevante. Le porzioni di verdura sono variabili di giorno in giorno in relazione alla gradibilità, mentre restano in quantità consistente pane e frutta che anche in questo caso vengono gestiti poi all’interno della scuola per la colazione del giorno dopo o distribuiti a casa ai bambini. Nelle scuole primarie le eccedenze di primi sono superiori, ma quelle più consistenti sono le rimanenze di contorni, con quantità estremamente variabili di giorno in giorno. È possibile recuperare esclusivamente gli alimenti che si presentano in confezione integra e che non hanno sostato a temperatura ambiente durante le fasi di distribuzione del pasto, e anche in questo caso le eccedenze di pane e frutta possono essere recuperate come merenda o consegnate a casa.

L’assessore Cavazza ha infine aggiunto che, “nel corso dei prossimi mesi, attraverso un tavolo congiunto con Cir, direzioni didattiche e Ausl, si procederà a verificare le possibilità effettive, le procedure e gli investimenti necessari per l’eventuale recupero delle eccedenze nelle scuole primarie”.

Nella replica, il consigliere Lenzini si è detto “soddisfatto dello stato di avanzamento dei lavori, soprattutto di sentire che è possibile distribuire ai bambini i sacchetti per portare a casa il cibo rimasto. Pensavamo ci fossero più sprechi – ha aggiunto – ma sono felice che si voglia aprire questo tavolo per essere proattivi, per creare opportunità di recupero che in futuro ci permetteranno di operare con tempestività senza trovarci davanti a un’incognita”.