Rinnovare il Patto per la scuola, favorendo l’accesso allo studio, facilitando la frequenza delle scuole dell’obbligo, sostenendo la socializzazione di tutti i minori, prevenendo la dispersione scolastica e incentivando l’innovazione didattica. È uno degli inviti contenuti nell’ordine del giorno per una “Buona scuola modenese”, presentato dal gruppo Pd e approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 1 ottobre con il voto favorevole del Pd. Contrari Sel, FI e Ncd e astenuti M5s, Per me Modena e CambiaModena. Il consigliere Francesco Rocco (Fas) non ha partecipato al voto.

Il documento, presentato in aula da Grazia Baracchi, valutato positivamente il piano Educare insieme, “che si pone l’obiettivo di una scuola aperta, accogliente e appropriata”, e l’impegno di spesa di 45 milioni previsto per il 2015, sollecita il Comune “a continuare a sostenere i servizi per le scuole, in particolare le azioni di appoggio educativo-assistenziale per gli alunni disabili e con bisogni educativi speciali, e a coinvolgere docenti e famiglie nella riorganizzazione della rete scolastica, che porterà alla costituzione di nuovi istituti comprensivi, e nell’arricchire l’offerta formativa della scuola perché sia sempre all’avanguardia dal punto di vista tecnico-didattico”. Chiede inoltre di riferire alla commissione consiliare competente i dati che emergeranno dall’indagine sulla domanda dei servizi educativi, di dedicare un approfondimento sulle azioni messe in campo per prevenire la dispersione scolastica e di promuovere, nei piani triennali dell’offerta formativa, l’educazione alla parità dei diritti e delle opportunità tra i sessi, e la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni.

Nella stessa seduta è stato respinto, (con il voto contrario del Pd e Per me Modena; favorevoli M5s e CambiaModena; astenuti Sel, FI e Ncd) l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Elisabetta Scardozzi, in rappresentanza del M5s, che chiedeva al Comune di garantire in tutte le mense pubbliche e convenzionate, comprese quelle scolastiche, la presenza di menù privi di alimenti di origine animale e, per un giorno alla settimana, solo la somministrazione di questi menù, al fine di promuovere servizi di ristorazione a ridotto impatto ambientale ed elevato standard salutistico.