Mauro-CerutiVenerdì 23 ottobre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Immagine. Storia e teoria di un’esperienza filosofica, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì dal titolo Dall’universo al pluriverso. Il mito dell’onniscienza e le immagini del mondo nella modernità è a cura di Mauro Ceruti, professore di Epistemologia della globalizzazione presso l’Università IULM di Milano. Senatore della Repubblica durante la XVI legislatura, nei suoi studi ha offerto interpretazioni originali dell’epistemologia della complessità dedicando particolare attenzione alle dimensioni evolutive e cognitive nel pensiero post-darwiniano. Alla sua ricerca filosofica si è affiancata tanto la proposta di un’etica della responsabilità planetaria e pluralistica, attenta anche alla dimensione religiosa, quanto una riflessione critica sul processo di unificazione dell’Europa. Recentemente ha pubblicato: Il vincolo e la possibilità (Milano 2009); Una e molteplice. Ripensare l’Europa (Milano 2009); Organizzare l’altruismo. Globalizzazione e welfare (et al., Roma-Bari 2010); La nostra Europa (et al., Milano 2013); La fine dell’onniscienza. Epistemologie della complessità (Roma 2014).
Nel 1543 Niccolò Copernico propose una nuova immagine del cosmo, nel quale il Sole prendeva il posto della Terra al centro delle sfere celesti. Era la prima intuizione dell’odierno sistema eliocentrico. Nel volgere di un secolo, anche grazie alle fondamentali scoperte di Galileo Galilei, molte delle certezze sulle quali si erano fondati fino ad allora il sapere scientifico e la conoscenza della natura furono improvvisamente infrante. L’universo apparve così più vario, più vasto e nello stesso tempo anche più inquietante. Per la prima volta si poteva parlare di un universo infinito, come riconobbe con lucidità Giordano Bruno. Tutto ciò decretava la fine del modello del “mondo chiuso” e di un ordine naturale univoco e gerarchico, in cui la Terra era subordinata e inferiore al Cielo.
Da molti queste scoperte astronomiche furono percepite con allarme. Nella loro simultaneità, indicavano la disintegrazione di un cosmo unitario e integrato, di un sistema di relazioni coerente, di risonanze consolidate fra l’architettura del sapere e l’architettura dell’universo naturale, spiega Ceruti. La rivoluzione che dischiuse le porte dell’età moderna fece esplodere i confini dell’antico cosmo e delineò un universo infinito. L’età moderna si aprì con la difficile impresa di estendere le conoscenze dal mondo chiuso all’universo infinito – prosegue Ceruti – ma si aprì anche con l’impresa, altrettanto difficile, di imparare a vivere e ad abitare in un pianeta disperso nell’universo infinito, in un mondo contemporaneamente chiuso e aperto rispetto alle immense estensioni degli spazi siderali.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).