capra_andrisano_barozzi“Venticinque anni di Ingegneria a Modena” è il titolo del volume rievocativo del percorso seguito a partire dal 1990, anno della sua istituzione, dalla Facoltà di Ingegneria di Modena, oggi Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – DIEF, la struttura accademica che nel tempo ha saputo diventare una delle realtà di punta di Unimore – Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

“Questo volume – commenta nella sua introduzione il Direttore del DIEF prof. Alessandro Capra – vuole celebrare i nostri venticinque anni di vita attraverso i ricordi e le testimonianze di quanti ci hanno permesso di arrivare fino a qui ma, soprattutto, vuole attirare l’attenzione sul senso principale degli sforzi prodotti da tutti quanti hanno creduto e lavorato per l’Ingegneria a Modena e, oggi, per il DIEF, ispirandosi al principio di vivere il presente con la speranza di un futuro di qualità per noi e per i nostri studenti e le nostre studentesse”.

Attraverso 96 pagine, tradotte anche in inglese, è possibile seguire le vicende e le tappe che hanno segnato la storia e la crescita dimensionale della Ingegneria di Modena, nata in locali presi a prestito da altri Istituti dell’Ateneo, e che dal 2000 – grazie al ruolo del Consorzio Universitario per la Promozione e lo Sviluppo della Facoltà di Ingegneria, un organismo che riuniva Enti Locali, Associazioni d’Impresa, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Banche –  occupa stabilmente il Campus universitario tra via Vignolese e via Gottardi.

Significativamente il volume si apre con un’introduzione affidata al Rettore prof. Angelo O. Andrisano: “Scrivere della Facoltà di Ingegneria a Modena, in occasione delle celebrazioni dei suoi 25 anni dalla nascita ufficiale, è per me – afferma – come sfogliare l’album dei ricordi. Ritornare con la mente a quei giorni implica rivivere momenti particolarmente significativi della vita accademica mia e di molti dei colleghi che, nell’arco di pochi anni,  furono chiamati a condividerne il   progetto di attivazione  al quale si dedicarono con grande entusiasmo. Sotto la guida del preside Giancarlo Pellacani, un gruppo di giovani professori ordinari, provenienti da vari Atenei italiani, animati da una forte passione che derivava dalla consapevolezza di poter vivere una esperienza straordinaria, si impegnarono con grande  adesione nel dare vita ad una iniziativa, fortemente voluta da una intera citta, dal corpo accademico e  da  illuminati imprenditori”.

 

Nel 2000 l’Ingegneria di Modena ebbe la sua casa. L’inaugurazione avvenne il 2 dicembre 2000 alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica, on. Ortensio Zecchino (autore della famosa riforma degli studi universitari passata sotto il nome di 3 + 2), e nell’occasione a Luca Montezemolo fu consegnata la Laurea ad Honorem in Ingegneria Meccanica, la prima conferita dalla Facoltà di Ingegneria di Modena. Ad essa, nel tempo, ne sono seguite altre che hanno onorato prestigiose personalità del panorama industriale modenese e nazionale.

Divertente il racconto affidato alla penna dell’allora Preside di Facoltà prof. Giovanni Sebastiano Barozzi, coordinatore del Comitato insediato per le celebrazioni del 25°, che descrive uno sconosciuto episodio che accompagnò le ore della vigilia di quell’evento, quando venne segnalato alle 2.00 del giorno inaugurale “un curioso gocciolamento di acqua dalla facciata dell’edificio di facoltà”. “Alle 6.00 – scrive nella sua memoria il Preside Giovanni S. Barozzi – lo spettacolo che si presenta ai suoi occhi (quelli del Preside prof. G.S. Barozzi n.d.r.) è il seguente: una ridente cascatella d’acqua scende dalla base della grande finestra centrale della facoltà. Nella penombra lo spettacolo ha un suo fascino, ma il povero preside non riesce in quel momento ad apprezzarlo debitamente. Tutto tace all’interno: il corridoio al secondo piano è allagato e da questo l’acqua cola al primo piano lungo i pilastri e filtra infine sulla facciata attraverso la base della finestratura”.

All’esordio la Facoltà di Ingegneria poteva contare solo su 3 docenti di prima fascia (ordinari), 11 di seconda fascia (associati), 1 incaricato stabilizzato e 2 ricercatori. Questo era il nucleo che consentì di dare vita ai primi due corsi di laurea autorizzati dal Ministero: Ingegneria dei Materiali ed Ingegneria Informatica.

 

Da qui, gradualmente, andranno ad aggiungersi altri percorsi di studio, come il corso di laurea ed il diploma universitario in Ingegneria Meccanica (a partire dal 1992/1993) fino a raggiungere l’attuale offerta formativa di 4 corsi di laurea triennale e 7 lauree magistrali (biennali): Ingegneria civile e ambientale (triennale); Ingegneria elettronica (triennale); Ingegneria informatica (triennale); Ingegneria meccanica (triennale); Ingegneria civile (magistrale); Ingegneria dei materiali (magistrale); Ingegneria del veicolo (magistrale); Ingegneria elettronica (magistrale in inglese); Ingegneria informatica (magistrale); Ingegneria meccanica (magistrale); Ingegneria per la sostenibilità ambientale (magistrale).

“L’offerta formativa – ricorda il Direttore del DIEF prof. Alessandro Capra – si è negli anni allargata fino a coprire tutte le aree classiche dell’Ingegneria, arricchendola anche con attività di sostegno svolte in favore dell’Accademica Militare di Modena, e con l’organizzazione di master e, corsi di perfezionamento e scuole di dottorato”.

Oggi il DIEF comprende 82 unità di personale docente e ricercatori, 41 unità di personale tecnico e amministrativo, alcune decine di assegnisti e oltre 3000 studenti.

Seguendo, poi, la sua vocazione tecnologica e volendo essere vicino alle esigenze delle aziende manifatturiere, il DIEF accanto alla attività di ricerca istituzionale di livello nazionale e internazionale, ha saputo svolgere un’importante azione di collegamento, supporto e contatto col territorio (terza missione) attraverso affermati ed apprezzati centri interdipartimentali e interateneo:

–       InterMech-MO.RE. operante nell’ambito della meccanica avanzata e della motoristica

–       Softech-ICT operante nel settore ICT

–       CRIS, centro di ricerca sulla sicurezza e sulla prevenzione dei rischi

–       E-GEA, per la valorizzazione del territorio, della promozione storico-artistica e delle risorse ambientali

–       CRICT, operante nel settore delle costruzioni e del territorio

Al DIEF sono, altresì, riconducibili attualmente 8 spin-off e start-up:

–       BISY, prodotti software innovativi

–       DataRiver, integrazione di dati

–       EcoTecnoMat , tecnologia “green”

–       GEIS, ingegneria integrata con tecniche di geomatica

–       Pulsar Dynamics, software per analisi di trasmissioni meccaniche ad ingranaggi

–       R&D CFD, studio dei propulsori

–       RSens, sensori per la rilevazione del gas radon

–       Embit srl, progettazione di sistemi embedded e wireless

–       Astra Research, ottimizzazione di particolari o assemblati meccanici

–       Mimesis, operante nel campo della fluidodinamica

–       Vision-e, operante nell’ambito della visione industriale, del packaging e dell’analisi multimediale di video sportivi

Dopo alcune storie di ingegneria (pagg. 21 -34) affidate al prof. Giovanni Sebastiano Barozzi ed al tecnico Roberto Formentini sulla notte dell’inaugurazione, alla dott.ssa Cinthia Pless sulla Biblioteca, al prof. Angelo Marcello Tarantino sul terremoto del 2012 ed al prof. Stefano Orlandini sulle cause della rotta di San Matteo del gennaio 2014, nel libro si passa alla descrizione del presente del DIEF (pagg. 35 – 44), arricchitosi del conferimento dell’Osservatorio Geofisico universitario, delle sinergie realizzate con Democenter-Sipe e Tecnopolo di Modena, insediati nell’area del Campus di Ingegneria, per arrivare a descrivere i laboratori e le tante attività di ricerca condotte dai gruppi afferenti alle variegate anime scientifiche che compongono il dipartimento (pagg. 45 – 70).

I capitoli finali sono dedicati alla “terza missione” (pagg. 71 – 74), alle prospettive di ricerca (pagg. 75 – 78) ed alla didattica (pagg. 79 – 90).

Un Cd-Rom, a corredo del volume, sintetizza per immagini le ricerche che sono in corso di sviluppo nell’ambito delle 5 macroaree di ricerca di riferimento per il DIEF.

“Nel disegnarne il percorso di crescita – conclude il Rettore Unimore prof. Angelo O. Andrisano – abbiamo sempre perseguito l’obiettivo di realizzare una struttura capace di produrre ricerca di alto livello, di fornire insegnamenti incisivi ed efficaci, di divulgare saperi utili raccordandoci al territorio ed al suo tessuto produttivo”.