farmaciUltimi giorni di raccolta dati per lo “Studio sull’intercettazione delle interazioni farmacologiche nelle farmacie di comunità”, ideato da Federfarma Modena e Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, con il contributo di Marco Venuta, docente di psicofarmacologia presso Unimore e creatore del database Interaction Explorer ©, strumento in utilizzo presso le oltre trenta farmacie modenesi che partecipano allo ricerca.
Un campione delle risposte fornite dai cittadini è stato presentato durante un recente appuntamento promosso da Federfarma Modena per i suoi associati e dedicato all’approfondimento e alla formazione sul tema delle interazioni farmacologiche.

Nell’occasione, alla quale hanno partecipato Silvana Casale, Presidente di Federfarma Modena, Silvia Lodi e Lorenzo Di Maria, farmacisti coinvolti nella raccolta dei dati, Silvia Alboni, ricercatrice Unimore che avrà il compito di analizzare dettagliatamente tutte le risposte e fornire un quadro preciso dei risultati della ricerca e Marco Venuta, sono state fornite alcune prime chiavi di lettura delle schede raccolte.

Emerge in generale nei pazienti l’interesse ad acquisire maggiore consapevolezza delle terapie alle quali sono sottoposti e altrettanta disponibilità a discutere di questi aspetti con il farmacista, alla cui figura professionale è attribuito un importante ruolo di consulenza.

Le risposte raccolte rivelano infatti una relazione abbastanza complessa e ambivalente fra paziente e medicinali: se da un lato è diffuso in molti il timore di essere sottoposti ad un eccessivo carico terapeutico con possibili interazioni, dall’altro risulta molto diffuso “il fai da te”, nel modificare le indicazioni del medico o nell’assumere  autonomamente ulteriori prodotti, a fianco di terapie complesse, senza considerare le potenziali interazioni negative che possono altresì intervenire.

Rappresenta infatti un aspetto abbastanza comune la tendenza ad assumere, in assenza di controllo, integratori, nutraceutici, prodotti naturali e farmaci da automedicazione, in concomitanza a multiterapie. Manca infatti talvolta nei pazienti la consapevolezza che questi prodotti, sebbene siano di libero acquisto, hanno valore curativo e possono incidere fortemente sulla salute e intervenire sulla riuscita di altre terapie importanti già in uso.

Lo studio mette inoltre in evidenza la fondamentale importanza della costruzione di un rapporto sinergico fra medico e farmacista, in una collaborazione in rete per una assistenza sanitaria sul territorio costruita, nel rispetto delle competenze, nell’interesse del malato.

“La farmacia – hanno commentato Silvia Lodi e Lorenzo Di Maria, farmacisti impegnati nella raccolta dati – avrebbe le potenzialità per rappresentare un “hub” di convergenza per un supporto professionale al paziente e complementare al medico curante, e monitorare l’andamento di terapie complesse e consumi sporadici, fornendo le informazioni utili ad acquisire più consapevolezza nell’uso di prodotti farmaceutici”.

“Lo studio che finora si è sviluppato all’interno delle farmacie, ma che proseguirà con l’analisi dettagliata dei dati da parte di Unimore – ha spiegato Silvana Casale, Presidente di Federfarma Modena –  sta per ora portando alla luce una serie di situazioni e comportamenti diffusi nei pazienti che dimostrano l’importanza della relazione e della consulenza qualificata del farmacista. Accanto a ciò, aspetti quali la facile accessibilità  della farmacia e la sua distribuzione sul territorio costituiscono la chiave per costruire quella sanità <a misura di paziente> , in cui queste dinamiche possono venire adeguatamente gestite con professionalità. Ciò in evidente contrasto con l’idea che farmaci, fitoterapici ed integratori siano prodotti commerciali paragonabili a qualunque altro e che quindi il loro utilizzo in assenza di monitoraggio non abbia ricadute sulla salute pubblica”.

 

Il progetto

Lo “Studio sull’intercettazione delle interazioni farmacologiche nelle farmacie di comunità”, è il progetto che lega Federfarma Modena e Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, per la raccolta e l’analisi dei dati relativi all’interazione fra farmaci. L’indagine, fra le prime in Italia per il coinvolgimento delle farmacie territoriali nella raccolta diretta dei dati, nasce dalla consapevolezza che il problema delle interazioni cresce con l’aumentare dei prodotti farmacologici assunti: si calcola infatti che le reazioni avverse siano responsabili del 5 percento dei ricoveri ospedalieri, in coloro che sono sottoposti a trattamenti multiterapici.

Alle 34 farmacie Federfarma Modena è stato messo a disposizione Interactions Explorer©, database ideato dal Marco Venuta, docente di psicofarmacologia presso Unimore, strumento costantemente aggiornato e dotato di una mole ingente di dati sulle interazioni farmaco con farmaco e farmaco con altro principio attivo. Davanti all’eventuale alert fornito dal programma il farmacista, in caso di rischio per la salute, segnala il problema al medico di famiglia.