ISEE2015L’ultimo dato fornito dalla Agenzia Entrate è comunque incoraggiante, quando conferma che il 2015 si è concluso con un ulteriore recupero nazionale di risorse dall’evasione fiscale, superando i 14,2 miliardi.
Un paio di giorni successivi, c’è però la doccia fredda di Eurispes che lancia l’allarme sul crescente “macigno di evasione e sommerso”, valutato sui 540 miliardi.
Banca d’Italia, aggiunge e conferma che il tasso di evasione è “nullo per lavoratori dipendenti e pensionati ed altissimo per autonomi e possessori di rendite finanziarie” e di conseguenza, il metodo di calcolo della ISEE – indicatore della situazione economica del cittadino – porta ad un ulteriore ed iniquo spostamento di risorse, specie attraverso prestazioni e tariffe agevolate per i servizi sociali, dai redditi fissi e più poveri, verso quelli che il reddito lo “autodichiarano”.
Parliamo delle rette per servizi scolastici, infanzia e anziani, mense, servizi domiciliari, edilizia sociale, bonus energia, assegni per famiglie numerose, ecc…
Per chi evade il fisco e poi ricorre ai benefici/sconti su rette, tariffe e servizi grazie al suo Isee molto basso, evade il doppio ai danni delle famiglie, lavoratori e pensionati veramente bisognosi.
Stime ufficiali confermano che fino al 2014, due su dieci sconti pubblici erano intascati con Isee fasulle, per un ammontare di ben due miliardi, che però raddoppiano considerando la truffa ai danni di quanti davvero ne hanno bisogno.
Per contrastare questa specie di “doppia evasione” da gennaio 2015 si è avviato un cambio di regole, con l’introduzione di alcuni efficaci controlli automatici preventivi.
In questo primo anno si è tolta la “autocertificazione” su alcune voci reddituali, introducendo i dati in automatico derivanti dall’incrocio banche-dati Inps e Agenzia Entrate, oltre all’utilizzo della “anagrafe dei conti correnti”.
Purtroppo, poco o nulla, invece si è introdotto per la corretta valutazione dei patrimoni immobiliari e che resta perciò la madre di tutte le battaglie antievasione.
In ogni caso, a livello nazionale si sono ottenuti risultati significativi, di scoraggiamento per le false dichiarazioni Isee.
Per un 25% è bastato l’annuncio dei controlli e non ha ripresentato le dichiarazioni per richiesta benefici sui servizi.
Mentre prima, il 73% dichiarava di non possedere neanche un conto corrente, ora si è ridotto al 19%.
Se questo è un buon bilancio nazionale, ad un anno esatto dell’iniziale stretta sulle concessioni Isee, diverse sono le tendenze registrate nei nostri territori.
Una informale ma attenta ricognizione effettuata dalla Cgil sugli andamenti dei dati Isee, in città come Modena ed altri territori emiliano romagnoli, cosa ci conferma?
Qui da noi non si registrano gli evidenti scarti “cautelari” sopracitati e relativi al quadro nazionale.
– Non si è registrato per il 2015 un calo delle richieste e/o concessioni di benefici pubblici connessi a graduatorie Isee.
– Non è sostanzialmente mutata la “composizione sociale” dei beneficiati.
Cosa significa?
– Un risultato per un buon sistema dei controlli sui redditi, attivato nei nostri Comuni.
Controlli estesi a tutti i beneficiati per i servizi sociali, ma anche “a campione” per altre prestazioni. E questo è già un limite.
– Le eventuali e probabili frodi sull’Isee, da queste parti sono poco improvvisate e più strutturate con un’evasione fiscale sorretta da adeguate consulenze.
In sostanza, occorre ben riflettere ed agire – pur senza sciocche demagogie – su un dato reale ed inquietante.
A Modena, così come in tantissimi altri nostri Comuni, tra i beneficiari Isee di costosi servizi – vedi quelli per l’infanzia – prevalgono i portatori di reddito da lavoro autonomo, rispetto al lavoro dipendente!!
In conclusione, anche da questo pur ristretto osservatorio sulle possibili, costose ed inique evasioni reddituali con pesanti ricadute sociali, emergono alcune urgenti linee di intervento anche a livello territoriale.
a- La Regione dovrebbe monitorare le recenti dinamiche territoriali delle concessioni Isee, prima e dopo le modifiche partite nel 2015.
b- Determinare scelte organizzative in tutti gli Enti Locali per attivare Nuclei Unici di controllo in ogni Comune. Ancora oggi,all’interno di un singolo comune, stranamente funzionano più uffici e modalità diverse per i controlli.
c- Stringere Accordi di collaborazione più efficaci fra i nostri Comuni ed Inps provinciali per allargare e facilitare gli accessi alle banche dati. Assurdo che un piccolo-medio Comune abbia, ancora oggi, una sola password di accesso a quei dati.
d- Stringere molto di più le accessibilità dei Comuni ai dati delle Agenzie Entrate territoriali, su proprietà immobiliari, redditi ed utenze di rete, allargando così il senso del Protocollo antievasione siglato con quasi tutti i Comuni emiliano romagnoli.

Il sindacato nei territori, spingerà su questi aspetti concreti.
Stringere su questi punti locali, utili e possibili, rafforzerà l’iniziativa di tutti per sollecitare un lavoro ben più pressante da parte del Governo ed Organi centrali nella decisiva lotta alla evasione ed illegalità fiscale.