A cento anni dalla formulazione della relatività e dopo sessanta anni di ricerca sperimentale è stato osservato per la prima volta un impulso di onde gravitazionali, generato da un evento lontano di collisione e fusione asimmetrica di due buchi neri. La conoscenza di questo tipo di onde è l’oggetto di una conferenza rivolta a tutti gli interessati organizzata dal Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Ad illustrare il fenomeno ed i concetti fisici, che sono dietro a questa importante scoperta, venerdì 11 marzo 2016 alle ore 17.30 presso l’Aula Grande dell’edificio di Fisica (via Campi, 213) a Modena, sarà il prof. Eugenio Coccia dell’Università di Tor Vergata, già Direttore dei Laboratori del Gran Sasso e Presidente del Comitato internazionale per la ricerca sulle onde gravitazionali, che terrà una conferenza dal titolo “La prima osservazione delle onde gravitazionali: a 100 anni dalla formulazione della Relatività Generale e dopo più dimezzo secolo di ricerca sperimentale”.

““Dopo molti decenni di ricerche, che hanno visto la costruzione di diverse generazioni di antenne gravitazionali, – afferma il prof. Carlo M. Bertoni, professore di fisica teorica di Unimore –  i grandi rivelatori realizzati negli ultimi anni hanno finalmente con altissimo livello di confidenza, visto le onde gravitazionali. L’ impulso osservato, a 100 anni dalla prima ipotesi teorica della esistenza di onde gravitazionali, come soluzione delle equazioni della relatività generale di Albert Einstein, è stato osservato nella campagna di misura dell’autunno scorso, in coincidenza, dai due rivelatori  interferometrici localizzati nel nord-ovest e nel sud-est degli Stati Uniti (progetto LIGO). Con poco più di un decimo di secondo di durata, è stato riconosciuto come un’onda gravitazionale prodotta nella fase finale della collisione tra due buchi neri di masse maggiori a 30 masse solari ciascuno e dalla successive fusione, avvenuta oltre un miliardo di anni-luce da noi. Questo evento da noi lontano nello spazio e nel tempo ha prodotto, un impulso di onde gravitazionali di energia pari a tre masse solari per c^2. L’osservazione della increspatura dello spazio-tempo giunta fino a noi, richiede una sensibilità dello strumento alle deformazioni che solo gli interferometri laser, con bracci tra loro perpendicolari, di diversi chilometri, espressamente progettati per queste misure possono avere con condizioni di controllo estreme. Uno strumento simile è operativo a Cascina, presso Pisa (VIRGO). Se questi eventi sono abbastanza frequenti nell’universo potremo vederne altri, con i tre strumenti che sono gestiti da una grande collaborazione scientifica internazionale e che continueranno ad operare”.

 

Eugenio Coccia

Ha iniziato la sua attività scientifica nel campo alla fine degli anni 70 nel gruppo del prof. Edoardo Amaldi, che iniziò la ricerca sperimentale in questo campo.  Ha partecipato all’intera storia della strumentazione per onde gravitazionali, ha vissuti i formidabili miglioramenti tecnici, le attese e i ripensamenti, di una comunità formata da un migliaio di scienziati impegnati nella ricerca. E’ uno degli autori della pubblicazione della scoperta, su  Physical Review Letters del 12 febbraio scorso.