“La stazione radio base di via Scaglia ovest, collocata nell’area della Polisportiva Invicta, è stata realizzata dal gestore solo dopo aver conseguito l’autorizzazione all’installazione e all’esercizio dell’impianto, a seguito del parere favorevole di Arpae e Ausl che hanno verificato il pieno rispetto dei limiti di esposizioni della popolazione ai campi elettrici. I valori di attenzione sono fissati dalla legge italiana, in modo cautelativo, a 6 volt/metro all’interno di edifici dove si sosta per oltre quattro ore, come scuole e abitazioni”. Lo ha spiegato in Consiglio comunale oggi, giovedì 14 aprile, l’assessore all’Ambiente Giulio Guerzoni, sottolineando che “l’autorizzazione è stata quindi rilasciata dallo Sportello unico edilizia del Comune di Modena seguendo le norme nazionali e regionali che regolano la materia e alla luce dell’esito positivo dell’istruttoria tecnica condotta dagli uffici”, in risposta a quattro interrogazioni che chiedevano chiarimenti sull’iter autorizzativo dell’installazione dell’antenna per la telefonia mobile di via Scaglia; sul rispetto di limiti e distanze imposti dalla legge e sulle possibilità di intervento del Comune. Due delle interrogazioni sono state presentate dal Pd (una sottoscritta da Grazia Baracchi e una da Fabio Poggi), una dal Movimento 5 stelle (presentata da Luca Fantoni) e una da Forza Italia, presentata da Giuseppe Pellacani.

Il procedimento autorizzativo – ha riepilogato Guerzoni – inizia nel momento in cui il gestore, nel caso di via Scaglia è Vodafone, presenta il progetto per l’installazione di una nuova stazione radio base. È il gestore stesso che, per migliorare la copertura della propria rete sul territorio, individua le aree in cui è necessario installare nuove antenne e Vodafone segnalava da tempo carenze di copertura nella zona compresa tra via Giardini e strada Formigina. Ogni stazione radio base, infatti, è in grado di servire una porzione di territorio limitata, detta “cella”, le cui dimensioni dipendono anche dalla densità degli utenti da servire nell’area e quindi dalle richieste di connessione, aumentate con la diffusione degli smartphone. Per questo motivo le stazioni radio base sono prevalentemente concentrate nelle aree urbane densamente abitate.

Nel caso di via Scaglia, come ricordato anche durante la commissione consiliare di approfondimento che si è svolta il 5 aprile scorso, l’area scelta per l’installazione dell’antenna è risultata la più distante dai ricettori sensibili più vicini: la scuola d’infanzia Lippi-Galilei, la scuola elementare Galilei, situate a circa 170 metri, e la scuola media Calvino che si trova a oltre 200 metri dall’impianto. Qui, le rilevazioni di Arpa hanno evidenziato valori di esposizione pari a circa la metà dei valori di attenzione.

L’installazione degli impianti di telecomunicazioni, come ha ribadito l’assessore Guerzoni, è disciplinata in modo completo da norme nazionali, che stabiliscono i limiti e i valori di attenzione all’esposizione elettromagnetica, e regionali che individuano gli edifici, detti ricettori sensibili, sui quali è vietata l’installazione degli impianti, come le strutture sanitarie e assistenziali, gli edifici scolastici e quelli di valore storico, architettonico e monumentale. Di fatto, la possibilità di intervento per gli enti locali è limitata ai soli aspetti urbanistico-paesaggistici, senza alcuna facoltà, come è stato più volte ribadito da sentenze del Consiglio di Stato, di richiedere il rispetto di limiti più stringenti rispetto a quelli in vigore. I Comuni possono porre prescrizioni per migliorare l’inserimento degli impianti nel territorio e possono vietare l’installazione su alcuni edifici, per esempio quelli di particolare valore monumentale (Modena l’ha fatto con un regolamento del 2001, aggiornato nel 2014) ma non è possibile estendere il divieto di installazione a intere aree del territorio, anche in considerazione del fatto che le reti pubbliche di comunicazioni elettroniche sono assimilate a tutti gli effetti alle opere di urbanizzazione primaria e che i gestori hanno l’obbligo di fornire il servizio a tutto il territorio. Il Comune, inoltre, viene a conoscenza dei progetti di nuove installazioni solo quando vengono presentati, in quanto i gestori non sono più tenuti a presentare piani annuali, e non ha alcun potere sulla preventiva definizione del numero degli impianti e della loro localizzazione.

Per quanto riguarda la domanda, posta nelle interrogazioni del M5s e di Forza Italia, sulla facoltà della Polisportiva Invicta di concedere l’uso del terreno, l’assessore ha precisato che “Spazio Coop, l’immobiliare di cui la polisportiva Invicta fa parte, è titolare di un diritto di superficie fino al 2027 e, in base al Regolamento di assegnazione di tale diritto, può concedere in uso parte delle aree assegnate ad altri soggetti, a condizione che gli introiti siano destinati al sostentamento economico delle attività ricreativo-aggregative e sportive oppure per promuovere nuovi investimenti o manutenzioni straordinarie sugli impianti o sulle aree assegnate”.

L’assessore ha poi comunicato che tra la fine del 2015 e i primi mesi del 2016 sono stati depositati sei nuovi progetti per i quali è attiva l’istruttoria. Cinque, presentati da Vodafone, per stazioni radio base di telefonia mobile su nuove infrastrutture, tutte in area privata. In particolare, tre sono finalizzate a fornire copertura di rete alla linea ferroviaria ad Alta velocità (in via Barchetta, strada Quattro Ville e via Nonantolana) mentre due sono rilocalizzazioni di impianti già esistenti (in strada Tre Olmi e stradello Barca). Il sesto è un progetto per l’installazione di un impianto di comunicazioni elettroniche per fornire servizi di accesso alla banda larga con collegamenti wireless, ed è stato presentato da Linkem su un edificio in via Vignolese.

Come per tutti i soggetti privati che percepiscono un canone di locazione, l’amministrazione non è a conoscenza del canone riscosso nel caso di via Scaglia perché frutto di una contrattazione fra privati e il Comune non ne percepisce alcuna quota.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri si sono concentrati sulla comunicazione “che poteva essere migliore” e sulla facoltà della polisportiva di affittare il terreno ad altri soggetti.

Sono state trasformate in interpellanze le quattro interrogazioni sull’installazione della stazione radio base di via Scaglia, presentate in Consiglio comunale, oggi giovedì 14 aprile, da Pd, M5s e Forza Italia e alle quali ha risposto l’assessore all’Ambiente Giulio Guerzoni.

Due le interrogazioni del Pd: quella illustrata da Grazia Baracchi chiedeva in particolare se gli uffici comunali siano in possesso di tutti i pareri necessari ai fini dell’autorizzazione e se siano stati rispettati i limiti e le distanze imposte dalla legge. Fabio Poggi ha invece chiesto “se siano già pervenute domande per ulteriori installazioni e dove, e se l’Amministrazione possa, a norma di legge, promuovere politiche per ridurre il numero degli impianti presenti sul territorio”.

Il M5s, con Luca Fantoni, ha interrogato il Comune per sapere “come mai non ha provveduto a trovare altre zone, meno sensibili, per installare l’antenna; a quanto ammonta il canone che percepirà la polisportiva e se, nel contratto che la polisportiva ha con il Comune, ci siano clausole che vietano il subaffitto a terzi”. Sullo stesso tema anche l’interrogazione di Giuseppe Pellacani di FI che ha chiesto se “i contratti per la concessione di aree comunali con fini sociali alle polisportive, permettano loro di concedere le stesse aree in subaffitto per scopi completamente diversi da quelli originali” e a quanto ammontano gli introiti del Comune per le antenne su aree comunali e su aree private.

Aprendo il dibattito per il Pd, Marco Forghieri ha messo in evidenza che “i Comuni su questo tema non hanno margine di manovra ma le cose potrebbero modificarsi sulla base di un recente decreto che pare prevedere l’abbattimento del canone a favore dei Comuni da parte dei gestori, che dovrebbero pagare solo la Tosap. Questo chiaramente incentiverebbe i gestori a trattare con l’ente pubblico invece che con i privati e di conseguenza aumenterebbe la possibilità degli enti locali di interloquire con loro”.

Paolo Trande ha rimarcato che “qualche problema di comunicazione con i cittadini c’è stato”. Dal punto di vista della regolarità tecnico-amministrativa però “non ci sono stati deficit di percorso”. Sul tema degli effetti sulla salute, il consigliere ha poi ricordato che “non ci sono evidenze, neanche in laboratorio, che le onde elettromagnetiche possano essere causa di tumori e, al momento, i limiti della nostra legge sembrano essere molto garantisti”. Anche Antonio Carpentieri ha sottolineato che sul tema della partecipazione “si poteva fare meglio, ma una condivisione con il Quartiere comunque c’è stata”, ponendo poi il tema della necessità “di uno sforzo perché vengano aumentati i controlli sui valori delle emissioni delle antenne”.

Per il M5s Mario Bussetti è intervenuto sulla scelta di collocare l’antenna sul terreno della polisportiva affermando che “è contraddittorio che da un lato il regolamento conceda di subaffittare a terzi, purché i soldi siano destinati a una funzione sociale, e che noi però non abbiamo modo di verificare se la destinazione sia davvero quella prevista”. Per il consigliere il livello dei controlli è troppo basso rispetto al numero delle antenne e quindi ha chiesto di elevarlo.

Nelle repliche Giuseppe Pellacani ha dichiarato la propria insoddisfazione sostenendo che “molte cose in questa vicenda non sono chiare: come può Coop Spazio, a cui il Comune ha concesso in superficie quel terreno con una specifica finalità, utilizzarli come vuole? Il tema di come si finanziano le polisportive va posto. E chi ci dice – ha proseguito – che l’antenna collocata in quel punto non faccia male? I cittadini meritano una risposta politica, che sia orientata al principio di precauzione”.

Luca Fantoni, dopo aver evidenziato “una seria carenza di comunicazione”, ha sostenuto che “se anche le norme sono state seguite alla lettera, c’è un buon senso che va oltre la legge e che in questo caso non è stato applicato”. Fantoni si è poi chiesto “come mai l’Amministrazione non possa conoscere il canone che il gestore pagherà, visto che si tratta di un suolo pubblico con finalità sociali, anche se il contratto per l’antenna è stipulato tra privati”.

Soddisfatto Fabio Poggi per il quale la soluzione per diminuire l’impatto delle antenne è “usare meno il cellulare o magari disdire il contratto con Vodafone. Ma la vera domanda – ha proseguito il consigliere – è come mai l’Amministrazione sia percepita dai cittadini come controparte e non come il soggetto che tutela i loro interessi. Ci dobbiamo chiedere, come amministratori, quanto siamo stati capaci di trasmettere le informazioni che ci hanno dato in commissione?”.

E Grazia Baracchi si è detta soddisfatta “sia dalle risposte avute in commissione, nella quale abbiamo avuto le informazioni tecniche che ci mancavano, che all’interrogazione. Sicuramente il tema è delicato, ma il nostro ruolo è anche questo: raccogliere le perplessità dei cittadini e sviscerarle per risolvere le cose, non per creare polemiche”.

Nella replica conclusiva l’assessore Guerzoni, dopo aver spiegato che si sta ancora studiando cosa cambierà in seguito all’emanazione del nuovo decreto governativo, ha ribadito che il valore di attenzione previsto dalla legge italiana è il più basso d’Europa e che le misurazioni puntuali che sono state fatte hanno sempre rilevato valori inferiori della metà rispetto alle stime. “Il rispetto delle leggi di tutela ambientale – ha affermato – è una garanzia di tutela dei cittadini, mentre il buon senso è una presa in giro. La tutela della legge è l’unica cosa che spetta agli enti locali e che garantisce i cittadini. Se i progetti di nuove installazioni rispettano la legge si dice di no, e lo abbiamo fatto, ma se la rispettano li dobbiamo autorizzare. Se la legge non va bene la si cambia, ma non si può andarle contro in nome del buon senso”. Sulla partecipazione, ha aggiunto l’assessore, “si può sempre fare meglio. In questo caso qualcosa non ha funzionato e me ne assumo la responsabilità”.