Ferraresi-DellOrco“Le due varianti alla Cispadana, una a Novi ed una a Finale E., non cambiano la sostanza di un’opera da un miliardo e mezzo di euro che resta sostanzialmente inutile e fuori dal tempo”.  Lo dichiarano i deputati del M5S Michele Dell’Orco e Vittorio Ferraresi. Al momento –affermano gli stessi-  si sta valutando l’impatto ambientale dei due progetti e, entro il 17 maggio, chiunque può inviare le proprie osservazioni a Roma alla commissione di valutazione ambientale. Intanto noi chiederemo al Ministro dell’Ambiente di posticipare ufficialmente la scadenza perché crediamo che non siano state del tutto rispettate le procedure per la pubblicazioni degli atti in quanto, alla data del 18 marzo, il Ministero dell’Ambiente non aveva ancora pubblicato online la documentazione e molti Comuni ancora oggi, secondo notizie di stampa, sembrerebbero non essere stati informati dei nuovi progetti attraverso l’invio dei documenti”.

“Al momento – proseguono i deputati – ci risulta che solo il Comune di Cento abbia avviato un dibattito pubblico, i sindaci di Novi e Finale E., direttamente interessati, non si sono espressi e addirittura l’ex vicesindaco di Finale E., Lisa Poletti, avrebbe  dichiarato che della variante lei non ne sapeva nulla. Pensiamo invece che i cittadini non siano volutamente informati perché questa autostrada la si vuole fare a tutti i costi. Come i suoi predecessori, Renzi crede che sbloccare le grandi opere sia un antidoto alla recessione economica ma le grandi opere sono progetti nati 20, 30, anni fa, in un periodo di illusione sulla crescita infinita. Insomma  una ricetta da prima Repubblica e che oggi non ha più alcun senso”.

“La verità – affermano i pentastellati – è che spesso le grandi opere sono il frutto avvelenato di scelte in mano a quelle ben conosciute lobby che contano e che condizionano la politica, una politica sempre in cerca di ritorni e poltrone, come hanno fatto Pattuzzi e Sabattini che alla fine della loro carriera si sono “guadagnati” il vertice delle società di progetto rispettivamente dell’Autostrada Cispadana e della Bretella di Campogalliano-Sassuolo”, dopo che da amministratori le avevano favorite in ogni modo. Bonaccini, che ha fatto dell’inizio della costruzione della autostrada Cispadana un punto di principio del suo mandato, non diverge, e perciò non rassicura”.

“Questa logica politica non ci appartiene. La vera sfida del nostro Paese per i prossimi anni–concludono Dell’Orco e Ferraresi-  è quella del consumo zero di suolo, della lotta alle emissioni anche con il passaggio di consistenti quote di  traffico merci su rotaia,  di investire soldi pubblici non per grandi colate di asfalto ma per la cura al dissesto idrogeologico e per la valorizzazione delle risorse locali, oltre che far ripartire i consumi interni con una diversa ridistribuzione delle ricchezze”.