facebook_1Nella giornata di ieri, la Polizia Municipale di Sassuolo ha denunciato M.C.I., 25 enne di Sassuolo per il reato di diffamazione aggravato “dall’uso illecito e smodato dei social network”, come stabilito da una recente sentenza della Corte di Cassazione. M.C.I., probabilmente raggiunto da multe per violazioni al Codice della Strada, ha ritenuto di socializzare il proprio disappunto su Facebook, con esternazioni che, però, sono risultate altamente offensive e lesive della reputazione del Corpo di Polizia Municipale, tali da integrare il reato di cui all’articolo 595 del Codice Penale; reato aggravato dalla circostanza che lo strumento utilizzato (FB) ha la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone.

Per il reato contestatogli M.C.I. rischia una pena fino a tre anni di reclusione, ancorchè  si sia reso conto, sebbene tardivamente, della gravità del proprio operato  ed abbia tentato di limitare i danni cancellando il post pubblicato sul social network.

La Polizia Municipale coglie l’occasione per rammentare che i social sono uno strumento fenomenale di diffusione di notizie e di informazioni ma che l’utilizzo irragionevole, oltre ad amplificare ed appagare temporaneamente l’ego del malcapitato di turno,  può esporre a spiacevoli conseguenze laddove la libera espressione del pensiero si trasformi, magari inconsapevolmente,  in una lesione di diritti altrui.