Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta del Comune di Modena e della B.A. Service di sospendere l’esecuzione della sentenza del Tar di Bologna dello scorso gennaio che aveva deciso la demolizione, entro sei mesi, del garage Ferrari di viale Trento Trieste. L’ordinanza del Consiglio di Stato specifica che “la causa pone una pluralità di questioni che meritano l’opportuno approfondimento proprio della fase del merito” e che, in attesa della decisione, è opportuna la sospensione della sentenza “tenuto conto degli evidenti profili di danno grave e irreparabile connessi alla demolizione dell’opera edilizia”. L’udienza di merito è già stata fissata per settembre.

La vicenda relativa al garage Ferrari risale alla fine degli anni Ottanta. Dopo lunghi anni di contenzioso nel maggio 2013 il Tar di Bologna, su ricorso di alcuni vicini, ha annullato la concessione edilizia del fabbricato perché la cubatura realizzata superava quella massima consentita nella zona. Nel maggio 2014, l’Amministrazione ha avviato un procedimento per dare attuazione alla sentenza valutando la possibilità di applicare una sanzione in alternativa alla  demolizione parziale degli ultimi due piani, se non addirittura totale, come chiesto dai vicini che ebbero a presentare il ricorso.

I provvedimenti comunali evidenziano infatti che l’immobile, benché di proprietà privata, costituisce “un’importante servizio indispensabile per le esigenze pubbliche della sosta del centro storico” e, sotto questo punto di vista, rappresenta perciò una struttura di “pubblico interesse”. Il procedimento è stato concluso dal Comune nel settembre 2015 con l’applicazione di una sanzione pecuniaria a carico del proprietario che ha effetto di sanatoria rispetto alla mancanza di titolo edilizio. Nel gennaio di quest’anno il Tar, nuovamente adito dai vicini, ha dichiarato nullo il provvedimento sanzionatorio disponendo, con la sentenza ora sospesa dal Consiglio di Stato, la demolizione entro sei mesi dell’intero fabbricato e incaricando il Provveditore regionale per le Opere pubbliche di effettuare la demolizione con spese interamente a carico dell’amministrazione. Il Comune e la B.A. Service spa hanno ricorso in appello contestando la decisione del Tar e sostenendo la correttezza della sanatoria.