tutto-questo-temjpoSabato 21 maggio, ore 17.00 presso la Biblioteca comunale “N. Cionini”  di via Rocca a Sassuolo, nell’ambito della rassegna “Leggiamoci: libri, vita e storie”, Alberto Bellini  presenta il suo nuovo romanzo “Tutto questo tempo” (Fernandel, 2016). Luca Busani dialoga con l’autore. Lettura di  alcuni brani tratti dal libro a cura dell’Associazione volontari  “Librarsi”. Interventi musicali al pianoforte a cura della Scuola Comunale di Musica “O. Pistoni” – Sezione “Corale Puccini”.

 

Irene e Daniele. Di nuovo insieme, dopo tutto questo tempo, sotto il cielo stellato d’agosto che piove su di loro col garbo di una carezza: un uomo e una donna cresciuti nella stessa città, dove hanno frequentato lo stesso liceo, la stessa cerchia di amici. E che negli ultimi quindici anni si sono persi e ritrovati (o anche solo sfiorati) un’infinità di volte. Ne hanno trentatré quando si vedono per quello che consegneranno alla storia come il loro primo vero appuntamento. Ed eccoli ancora a ventotto, e così via, in un imprevedibile susseguirsi di incontri fortuiti. Risalendo il tempo come un fiume, Ire e Dani tornano così al pomeriggio di pioggia della loro adolescenza in cui, reduci da un funerale, e custodi di un segreto più grande di loro, decidono di lasciarsi. Nella speranza di incontrarsi per la prima volta.

Una boy-meets-girl comedy a testa in giù, in cui caso e destino si contendono la sorte dei protagonisti. Un romanzo agrodolce e intimista che, nel ritratto affettuoso di due venti-trentenni, fotografa la verità di un sentimento sfuggente: il senso del tempo che passa.

Alberto Bellini (Modena, 1978) è laureato in letteratura contemporanea e si occupa di comunicazione e marketing per un’azienda ceramica. È sposato e ha due figli. Nel 2013 ha pubblicato il romanzo ‘Niente che sia al suo posto’ (Gallucci), «un thriller che scorre nitido e angosciante e che dimostra talento e un pizzico di spregiudicatezza» (Tuttolibri, La Stampa); «un esordio subito maturo nel quale, per una volta, l’autore non ci racconta i fatti propri ma veramente una storia» (Fahrenheit, Radio Tre).