peschiera_sassuoloUn “teatro d’acqua” e un ameno luogo di svago per la corte estense: La Peschiera e i Giardini Ducali, domenica 5 giugno, alle 10, visita guidata a cura di Luca Silingardi.

Edificata a partire dalla metà del Seicento, sul luogo in cui si trovava l’antico fossato castellano, la Peschiera Ducale, detta anche “Fontanazzo”, si connota come una stupefacente “macchina idraulica” che si trasforma in affascinante rovina e in scenografico “teatro delle fontane”; con la vasca che rammenta una platea, i vari piani destinati al passeggio che ricordano gli ordini sovrapposti di palchi nei teatri “all’italiana” e la cosiddetta “montagna”, che evoca un fondale scenico chiudendo la prospettiva sul fondo, sulla quale campeggia l’aquila estense entro un ovale a giorno. Richiama le suggestioni del teatro la stessa destinazione d’uso, che al capriccioso svago di corte affiancava quello di ambientazione entro cui allestire messe in scena che necessitavano della presenza dell’acqua.

A metà tra “natura pietrificata” e “costruzione dell’uomo andata in rovina”, è la sua stessa struttura, composta di un’ossatura in laterizio rivestita di rocce calcaree, a evocare lo scenografico mondo degli allestimenti effimeri, che nel Barocco trovarono la loro massima espressione. Con “artificiosa naturalità” – come direbbe Bernini – il parato roccioso si connota come un’incrostazione del tempo su un’architettura “in rovina”; solo in parte ingentilita, nel corso del Settecento, da decorazioni a temi pastorali, che impreziosirono con conchiglie bianche e nere e luccicanti inserti vitrei le superfici delle pareti.

Come per lo Scalone, anche qui alla figura dell’architetto romano Bartolomeo Avanzini va accostata quella del reggiano Gaspare Vigarani, scenografo e ingegnere idraulico al servizio anche di Luigi XIV di Francia. A lui, anzi, spettarono sicuramente i meriti maggiori per l’ideazione di questa fontana rustica monumentale che guarda agli apparati fontanieri di Villa d’Este a Tivoli e a quelli effimeri della Roma barocca, e si connota come un unicum nel territorio emiliano, per la straordinaria originalità con cui ha saputo raccordare tra loro le tipologie della “montagna”, della “grotta” e della “vasca”, immancabili presenze nei giardini tardo-manieristici, in un nuovo e stupefacente “teatro d’acqua”, distillandone la sintesi più audace e bizzarra della tradizione dei giardini estensi, che, proprio a Sassuolo, trovarono un’altra grandiosa espressione nei giardini e nel grande parco che circondava la reggia.

Ingresso libero e gratuito, senza prenotazione. A cura del Servizio Attività Culturali.

Ritrovo in piazzale della Rosa, all’ingresso della Peschiera. In caso di pioggia l’iniziativa sarà rimandata a data da destinarsi.