volleyUna serata che può diventare storica per la Fanton. A Modena Est va di scena gara-2 della finale dei playoff. Dopo la vittoria in Basilicata (1-3), i rossoneri possono ottenere in casa l’accesso alla serie A2. L’ultimo ostacolo da superare è Lagonegro, arrivata a due punti dalla promozione diretta nel girone C della B1.

Nella palestra di via Indipendenza 25 si parte alle 20.30. Non sarà una missione facile per gli Struzzi. Serve trovare il giusto momento per prendere il volo. «La serie A2 è assolutamente tutta da conquistare», ha assicurato Roberto Bicego dopo il rientro vittorioso della squadra. Lo stesso confermano due giocatori: Davide Morandi e Mario Bergantino.

«Servono calma mentale e fisica – esordisce il primo, “fedelissimo” di Bicego – perché devi arrivare con la consapevolezza di essere forte. Non c’è il pericolo di montarsi la testa. Tre giocatori hanno un’esperienza di playoff di B1 vinti. Altri componenti hanno sicuramente l’umiltà giusta per non fare il passo più lungo della gamba. Abbiamo anche un allenatore che sa calmare gli animi e trasmettere i giusti messaggi al momento giusto. Una partita così la vince chi ha la calma giusta e sa aspettare il momento giusto. L’impeto di voler strafare ti fa cadere nell’errore».

«Soprattutto nei playoff – riprende il secondo – dopo ogni gara bisogna sempre resettare. Si riparte da zero. Non vuol dire niente vincere alla prima gara perché si può ribaltare il risultato. In Basilicata abbiamo dato un’inaspettata prova di carattere. Vincere a Lagonegro, con un pubblico che dà una forza maggiore alla squadra di casa, è stata una grande soddisfazione. Il fattore campo può contare qualcosina, ma non vuol dire niente vincere la prima. Lagonegro è un’ottima squadra. Verrà a Modena Est con molta cattiveria agonistica, affamata di vincere. Vogliono fare risultato e ci tengono davvero tanto. Sarà una lunga battaglia».

Entrambi i giocatori hanno trovato poco spazio nelle rotazioni; tuttavia, non hanno fatto mancare il loro contributo. «È stata una stagione in crescendo – aggiunge Morandi – e sicuramente esaltante. La squadra è stata costruita con alcune ambizioni. Il fatto di essere arrivati oltre è sicuramente bello. Il contribuito di chi gioca meno è fare allenare gli altri quando è chiamato in causa. Magari non rispetti il tuo ruolo, ma lo fai per i tuoi compagni. A 37 anni non ho nessuna pretesa. Ti devi mettere nei panni dell’avversario e del tuo compagno di squadra per essere il suo miglior avversario in allenamento.  È un modo per farlo crescere».

«Di settimana in settimana – assicura Bergantino – tutta la Fanton è stata più compatta, più unita. Le difficoltà ci potevano abbattere, ma giocando di gruppo si riusciva a superare l’ostacolo. Ciò diventava un trampolino di lancio per vincere il set e le partite».