olio-palmaAttivarsi per il superamento progressivo dell’uso di preparati con l’ingrediente olio di palma già utilizzati, con frequenza minima, nelle strutture di propria competenza e sollecitare altri soggetti pubblici che gestiscono o appaltano punti di ristoro nel territorio comunale a provvedere ad analoga progressiva sostituzione.

È quanto chiede il Consiglio comunale di Modena con l’approvazione all’unanimità, nella seduta di giovedì 16 giugno, dell’ordine del giorno sull’utilizzo dell’olio di palma nelle strutture pubbliche e private del Comune di Modena presentato da Antonio Montanini di CambiaModena e firmato anche da M5s, Pd e Per me Modena.

Il documento chiede inoltre di dare informazioni adeguate alla cittadinanza sul tema, anche attraverso una campagna di comunicazione specifica, a seguito delle risultanze della verifica promossa dal Ministero della Salute, e di fornire tutte le informazioni al Consiglio comunale in merito alle azioni intraprese e allo stato di avanzamento.

La mozione sottolinea come l’olio di palma sia presente nella gran parte degli alimenti trasformati, in particolar modo in quelli consumati dalla popolazione giovanile, e come sia “ormai appurata dagli organismi scientifici internazionali la pericolosità dell’assunzione giornaliera di acidi grassi contenuti in dosi elevate nell’olio di palma, che può risultare dannosa per la salute e favorisce l’insorgenza di numerose malattie vascolari”.

Ricordando l’ordine del giorno del M5s respinto dall’Aula nell’aprile 2015, che chiedeva di inibire l’uso dell’olio di palma dalle mense comunali, la mozione evidenzia che il 3 marzo 2016 l’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare europea, ha adottato un dossier nel quale “si accerta che la lavorazione dell’olio di palma ad alte temperature porta alla produzione di tre sostanze tossiche (una delle quali classificata come probabilmente cancerogena) pericolose in particolar modo per bambini e adolescenti”.

L’ordine del giorno richiama il fatto che, nelle strutture di competenza comunale preposte alla produzione dei pasti già attualmente è previsto l’uso esclusivo di olio di oliva extra vergine e olio di girasole, che le principali catene della distribuzione organizzata hanno già assunto provvedimenti per la riduzione del contenuto di tale ingrediente e che dopo la pubblicazione del parere Efsa la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha chiesto al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis di avviare una verifica urgente ed approfondita sul tema.

Sull’argomento è intervenuta in Aula la consigliera del Pd Chiara Susanna Pacchioni del Pd, che ha evidenziato i danni all’atmosfera derivanti dalla “deforestazione del sud-est asiatico per la produzione dell’olio di palma” e le possibili conseguenze sulla salute delle quantità di acidi grassi saturi. “La decisione della grande distribuzione di togliere l’olio di palma dai prodotti risponde a un principio di precauzione – ha aggiunto – ma costituisce anche un adeguamento a una maggiore sensibilità dei consumatori, anche sull’onda emotiva di una fortunata campagna mediatica che ha logiche di marketing e immagine. La nostra posizione è quindi di appoggiare un progressivo superamento dell’olio di palma evitando però l’eccessivo allarmismo”.