Monica-BarboliniDocenti neo immessi in ruolo e già in procinto di essere in sovrannumero; insegnanti che rischiano di essere assegnati in ambiti territoriali lontani dalla loro residenza; regole assurde fissate dal ministero per la cosiddetta “chiamata diretta”, che sarebbe meglio posticipare di un anno; concorso 2016 che probabilmente vedrà slittare i tempi per molte classi di concorso, sicuramente per infanzia e primaria.

Per la Cisl Scuola Emilia Centrale è a rischio l’inizio regolare dell’anno scolastico a causa «del dilettantismo e arroganza del ministro dell’Istruzione, che non ha voluto tenere in alcun conto i suggerimenti giunti da più parti rispetto a modi e tempi delle linee guida per l’assegnazione dei docenti da ambito a scuola previste dalla legge 107/2015 (cosiddetta “La Buona Scuola”).

Le nuove regole si sono rivelate prive di buon senso, tanto che lanciamo l’allarme sull’effettiva praticabilità dei tempi stabiliti – afferma Monica Barbolini, segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale – In nessun conto è stato tenuto il lavoro svolto per più di un mese al tavolo di una sequenza contrattuale che avrebbe consentito di mettere a punto procedure contrassegnate da funzionalità, ma anche da oggettività, imparzialità e trasparenza. Il Miur sceglie invece, con una superficialità che denota scarso rispetto per la scuola e per chi ci lavora, di scaricare sui dirigenti scolastici la gestione di questi adempimenti, imponendo nel contempo scadenze inconciliabili con i tempi di cui si dovrebbe poter disporre per operare in modo serio». Barbolini spiega che in meno di tre giorni il dirigente dovrebbe esaminare i curricula inviati dai docenti, effettuare le proposte agli aventi diritto, affidare l’incarico e darne notizia all’Ufficio scolastico regionale, che dovrà a sua volta provvedere – sempre in un giorno – a definire gli incarichi per tutti gli altri docenti.

Quanto agli insegnanti, per i quali già il venir meno di una titolarità di scuola costituisce una modifica di status non irrilevante, per avere una sede di servizio si vedranno costretti ad affrontare un percorso a ostacoli che prevede la presentazione del proprio curriculum a una o più scuole del loro ambito, in modi e tempi ancora tutti da definire con precisione. «Quello che si sa, invece, è che dopo l’invio della candidatura il docente dovrà, nell’arco di 48 ore, verificare se è destinatario di uno o più proposte di incarico e comunicare la propria accettazione, sapendo che nel frattempo potrebbe essere convocato per un colloquio.

È del tutto assente, poi, – continua la sindacalista Cisl – l’indicazione di criteri con cui gestire e graduare una pluralità di candidature tra loro concorrenti.

Lo stesso dicasi per quanto riguarda le modalità con cui gli Usr procederanno ad attribuire la sede di servizio ai docenti senza proposta di incarico o che non abbiano inviato il proprio curriculum. Nemmeno da precari gli insegnanti avevano un simile trattamento. Trova conferma il giudizio con cui avevamo da subito valutato l’introduzione di una modalità di gestione del personale che, oltre a penalizzare i lavoratori, non apporta alcun vantaggio in termini di efficacia alla programmazione e alla gestione dell’offerta formativa. È un meccanismo inutilmente farraginoso, che solo per un ostinato arroccamento ideologico del governo e del ministro si vuole imporre a tutti i costi da subito, quando invece – conclude la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale – sarebbe stato opportuno e ragionevole concedersi un supplemento di riflessione».