biodiversitaSolo un terzo dei cittadini europei, secondo indagini condotte a livello comunitario, conosce il significato della parola biodiversità e la maggioranza, pur ritenendo che la perdita di questa ricchezza sia un problema grave, pensa che non la riguardi personalmente.
Anche con l’obiettivo di contrastare l’idea che la biodiversità sia un tema per appassionati e specialisti, mentre interessa la vita di tutti, la Regione Emilia-Romagna accoglie nella propria sede, a Bologna, la mostra “A passi di biodiversità”.
A inaugurarla, oggi pomeriggio, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, l’assessore alle Politiche ambientali, Paola Gazzolo, e la presidente dell’Assemblea legislativa, Simonetta Saliera. Dopo il debutto a Roma nel complesso del Vittoriano, la mostra, che è organizzata dal ministero con la collaborazione di Federparchi, giunge quindi in Emilia-Romagna, allestita nella sede dell’Assemblea legislativa (viale Aldo Moro 50), dove rimarrà aperta al pubblico fino al 9 novembre.
Fotografie, pannelli illustrativi, laboratori didattici per le scuole e un’installazione multimediale che riproduce alcuni tra i più suggestivi paesaggi italiani: un percorso che mostra le buone pratiche messe in campo ogni giorno dai parchi nazionali e dalle aree marine protette per salvaguardare la biodiversità. Anche in vista della prossima Conferenza mondiale sulla biodiversità biologica, in programma in dicembre in Messico, a Cancun.

“Sono orgoglioso che la prima tappa di questa mostra sia in Emilia-Romagna, a Bologna- ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti-. Si tratta di un percorso che ben rappresenta il lavoro svolto in questi anni di governo, incentrato a fare dei parchi uno strumento di conservazione, ma soprattutto di sviluppo e rilancio del territori. Anche perché dentro ai 900 parchi del nostro Paese, oltre al grandissimo patrimonio di biodiversità, c’è tutta la nostra identità: la bellezza, la cultura ambientale, le tradizioni”.
Un patrimonio che la Regione tutela con progetti, risorse e specifiche norme legislative. “La conservazione e valorizzazione della biodiversità, a partire dalla creazione delle aree naturali protette, è un obiettivo sul quale siamo impegnati da anni- ha affermato l’assessore Gazzolo-. La biodiversità è un marchio di qualità di un territorio e ne misura la sostenibilità: tutelarla significa porre le premesse per uno sviluppo sostenibile, capace di conciliare le esigenze della crescita con quelle dell’ambiente”. L’assessore ha quindi ringraziato, oltre al ministero dell’Ambiente, gli sponsor che hanno permesso di portare a Bologna la mostra: Hera, Iren e Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni.
“Questa mostra descrive in modo chiaro e affascinante il valore della natura, i pericoli che essa corre e l’importanza della sua conservazione- ha sottolineato la presidente Saliera-. Intesa come dovere morale verso le altre specie e le future generazioni, ma anche come necessità primaria per la vita e la sopravvivenza della nostra civiltà. Porteremo a visitarla soprattutto gli studenti e i giovani: sono loro che devono guardare al futuro con occhi nuovi; noi, come istituzioni pubbliche, dobbiamo aiutarli a conoscere e a capire, perché solo conoscendo la natura si può amarla e difenderla”.
E proprio per fare il punto sul lavoro svolto per la salvaguardia e la tutela dei beni naturali, in Italia e soprattutto in Emilia-Romagna, domani, sempre in Regione (sala XX maggio della Terza torre, viale della Fiera 8), dalle 10 alle 13,30, si svolgerà un convegno, le cui conclusioni sono affidate al ministro Galletti. Il saluto di apertura sarà dell’assessore Gazzolo, seguiranno le relazioni dei rappresentanti di alcuni dei Parchi dell’Emilia-Romagna, che proprio l’anno scorso ha ottenuto il prestigioso riconoscimento Mab Unesco per il Parco del Delta del Po e dell’Appennino Tosco Emiliano.

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Biodiversità, aree protette e boschi in Emilia-Romagna.
L’Emilia-Romagna è una regione ricca di biodiversità, boschi e Aree naturali protette.
I numeri parlano chiaro. 2.700 specie diverse di piante, oltre 350 specie di animali vertebrati, 73 tra i 231 habitat definiti a livello europeo di interesse comunitario, tra cui le lagune costiere come la Sacca di Goro, le Dune fisse a vegetazione erbacea presenti a Massenzatica, in provincia di Ferrara, le torbiere, come il lago di Pratignano, a Modena, un vero “flash dell’epoca dei mammuth” miracolosamente giunto fino ai nostri giorni con i suoi cumuli galleggianti e le sue piante carnivore.
Una rete dei frutteti della biodiversità, giardini che custodiscono oltre 200 frutti antichi un tempo tipici del territorio e a rischio di estinzione, come ad esempio la Pesca bella di Cesena,  la mela Campanina, la pera  Cocomerina, o anche la susina Occhio di pernice e l’Albicocca  Tonda di Tossignano. Gli agricoltori custodi, che vengono selezionati con specifici bandi per coltivare o allevare decine di varietà e specie animali e vegetali antiche, altrimenti destinate a scomparire (come l’Asino Romagnolo, il cavallo del Ventasso, il Pollo Modenese, il Melone Banana, il Carciofo Moretto, la Zucca verde di Bagnolo…).
Un sistema di Aree naturali protette che ricopre il 16% dell’intera superficie dell’Emilia-Romagna e si compone di: 2 Riserve della biosfera (Mab) Unesco (Delta del Po e Appennino Tosco-Emiliano); 2 parchi nazionali (delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, e dell’Appennino Tosco-Emiliano); 1 parco interregionale (Sasso Simone e Simoncello), 14 parchi regionali e 15 riserve regionali; 158 siti della Rete ecologica Natura 2000; una superficie boschiva che oggi copre 611 mila ettari, quasi un terzo dell’intero territorio, e che è cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni.
In Emilia-Romagna la fauna di interesse comunitario tutelata nei siti di Rete Natura 2000 è costituta da oltre 200 specie animali, tra cui 80 uccelli. Negli ultimi anni si sta assistendo alla scoperta di nuove specie per la fauna regionale: prima il gatto selvatico e poi il picchio nero, rinvenuti nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Le aree protette si stanno ripopolando: nella pianura bolognese e modenese sono tornati uccelli acquatici come il fenicottero rosa; nelle aree del crinale romagnolo e bolognese sono aumentate le popolazioni di cervo; è in crescita la diffusione di grandi predatori come l’aquila.
Tre specie vegetali riconosciute di interesse prioritario per l’Unione europea: la rarissima Primula apennina, tipica esclusivamente delle rupi arenacee dell’alto Appennino emiliano; la Salicornia veneta, presente in poche località dal Delta del Po alle Saline di Cervia e la Klasea (Serratula) lycopifolia, asteracea montana recentemente individuata nel piacentino.
Nella fascia della bassa montagna e dell’alta collina si è registrato un incremento del 25% della superficie boscata negli ultimi quarant’anni. È in corso, infine, un progetto europeo per proteggere alcune specie di insetti di interesse comunitario, presenti in particolare nei boschi più antichi o nei corsi d’acqua che versano in buone condizioni ecologiche.

I rischi per la biodiversità.
Numeri, curiosità, immagini. La mostra fornisce informazioni utili per capire il valore della biodiversità e le conseguenze che comporterebbe, per l’intero Pianeta, la sua perdita.
Secondo l’Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura)  nel mondo sono a rischio di estinzione il 25% dei mammiferi, il 30% degli anfibi, il 12% degli uccelli, il 28% dei rettili, il 37% dei pesci di acqua dolce, il 70% delle piante, il 35% degli invertebrati; secondo il Millennium Ecosystem assessment un terzo degli ecosistemi sono in declino.
I principali fattori di perdita di biodiversità, secondo le Nazioni Unite, sono cinque: alterazione, frammentazione e perdita di habitat; introduzione di specie aliene; inquinamento; cambiamenti climatici; sovrasfruttamento ed uso non sostenibile delle risorse. I danni causati dalla perdita di biodiversità genetica sono molteplici: dalla perdita di più di 70mila specie di piante che vengono utilizzate nella medicina tradizionale, alla deforestazione, che avanzando al ritmo di 350 chilometri al giorno, riduce gli habitat, elimina serbatoi di ossigeno e di assorbimento di carbonio ed espone i territori all’erosione.