“Negli ultimi giorni i casi si stanno riducendo in modo significativo” e “attualmente sono in corso le indagini microbiologiche quantitative sui campionamenti eseguiti. Gli esiti finora disponibili consentono di escludere l’acquedotto quale fonte di esposizione”. L’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, è intervenuto oggi in Assemblea legislativa per rispondere alle interrogazioni a risposta immediata dei consiglieri del Pd Lori, Iotti, Soncini, Zoffoli, Cardinali e del consigliere Rainieri (Ln) sulla legionellosi a Parma. “Sono state rilevate positività qualitative in alcune torri al servizio di Banca Intesa, spente tra il 7 e l’8 di ottobre e sottoposte a manutenzione straordinaria”, ha spiegato l’assessore, ribadendo che si è in attesa dei risultati delle analisi microbiologiche quantitative.

Venturi ha ripercorso gli eventi a partire dal 26 settembre, data in cui il Dipartimento di Sanità pubblica (DSP) dell’Azienda Usl di Parma “comunica di aver iniziato a ricevere notifiche di casi di legionellosi con frequenza superiore all’atteso”, che si sono intensificate “fino a diventare pluriquotidiane: nella settimana dal 26 settembre al 2 ottobre sono pervenute le segnalazioni di 22 casi confermati”. Segnalazioni che hanno riguardato cittadini residenti o domiciliati o comunque frequentanti una zona del quartiere cittadino compresa tra via Traversetolo, via Montebello e via Pastrengo.

L’assessore ha ricordato tutte le azioni intraprese: dagli approfondimenti epidemiologici svolti dal Dipartimento di Sanità pubblica all’indagine ambientale, con un programma di campionamenti per la ricerca del batterio. Il 28 settembre è stato concordato con Iren, gestore della rete idrica cittadina, “in via del tutto cautelativa, di garantire comunque un livello di clorazione efficace”. La Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato Venturi, “considerata la straordinarietà dell’evento e la complessità della tematica, ha attivato un’Unità di crisi a supporto tecnico-scientifico del lavoro sul campo delle Aziende sanitarie locali, al fine di assicurare un efficace e tempestivo controllo del cluster epidemico”, in modo da arrivare a una risoluzione in tempi rapidi. L’Unità di crisi si è riunita in videoconferenza il 30 settembre e in riunione plenaria il 5 ottobre, facendo il punto “sull’evoluzione della situazione epidemiologica e sulle azioni già in atto”. Sono state fornite inoltre “indicazioni sulle ulteriori misure di controllo da adottare in relazione all’evolversi del focolaio di legionellosi”. Successivamente, ha aggiunto l’assessore, “la Regione ha individuato formalmente il coordinatore scientifico e il coordinatore operativo dell’Unità di crisi, funzione che è stata attribuita a due professionisti che hanno una grande esperienza nel settore dell’epidemiologia e della sanità pubblica. Il coordinatore operativo- ha precisato Venturi- è impegnato a tempo pieno a Parma e lo sarà fino a completa risoluzione dell’infezione”.

Per quanto riguarda le “ulteriori misure” indicate dall’Unità di crisi “per individuare le cause del focolaio e giungere alla risoluzione”, si è trattato di un approfondimento aggiuntivo dei casi, di esami colturali su campioni prelevati nei pazienti per la ricerca e tipizzazione della legionella, dell’approfondimento dei dati meteoclimatici forniti da Arpae, e della proposta al Comune di Parma di adottare un provvedimento di prescrizione di trattamenti straordinari di manutenzione, pulizia e disinfezione delle torri evaporative e di raffreddamento presenti. Il 7 ottobre il Comune ha adottato un’ordinanza rivolta ai proprietari e gestori di torri di raffreddamento ad umido e di torri evaporative installate sul territorio comunale, “affinché eseguano interventi immediati di pulizia, disinfezione e trattamento”. Le linee guida nazionali e regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi prevedono già, peraltro, l’attuazione di misure di controllo adeguate da parte di tutti i gestori di impianti.

Venturi, infine, ha ricordato in Aula i casi di Legionella: 39, al 10 ottobre, con il decesso di due persone. Sedici i ricoverati all’Ospedale Maggiore di Parma, dei quali 11 sono in miglioramento e per 6 di questi sono previste le dimissioni già nei prossimi giorni. Gli altri 5 pazienti sono stabili, con un normale decorso della patologia. In deciso miglioramento anche le condizioni di salute della persona ricoverata all’ospedale Santa Maria di Borgotaro. “Negli ultimi giorni- ha chiarito l’assessore- i casi segnalati si stanno riducendo in modo significativo”. Sono stati effettuate 77 campionature di acqua al domicilio dei casi accertati, 3 campioni sulla rete idrica esterna (compreso un punto in piazzale Maestri), 4 campioni dell’acqua dell’irrigatore presso piazzale Maestri, 30 campioni sulle torri di raffreddamento individuate.