Ieri è stata approvata una fondamentale legge per contrastare il caporalato, cioè l’intermediazione illegale di manodopera, una legge fortemente voluta dalla FLAI CGIL, insieme a FAI CISL e UILA UIL.

Una legge che ha ripristinato la sanzione penale, introdotta nel 1960, poi abrogata nel 2003 con la legge Biagi e i seguenti decreti legislativi. Ora, chi esercita intermediazione illegale di manodopera, sfruttando i lavoratori, può andare in carcere, oltre alle pesanti sanzioni previste dalla legge.

Un cambiamento positivo per contrastare forme di sfruttamento che assomigliano sempre di più a forme di nuovo schiavismo, presenti anche negli appalti illeciti a false cooperative, altra forma di intermediazione di manodopera.

La politica, finalmente, dopo tanti provvedimenti contro i lavoratori, vedi il Jobs Act, la depenalizzazione del reato di somministrazione di manodopera e l’abolizione della somministrazione fraudolenta di manodopera, ha fatto qualcosa di positivo per contrastare una forma di sfruttamento che andava oltre ogni limite di decenza umana.

Forme di schiavismo presenti anche negli appalti, sempre troppo spesso di discutibile legittimità, come ad esempio negli appalti nella logistica, nella macellazione, lavorazione e trasformazione delle carni.

Oggi non possiamo che essere felici, sapendo che la strada nel settore agricolo, per garantire salari e condizioni di lavoro decenti, sarà ancora lunga e complessa. Quello che  chiediamo alla politica è di continuare a mantenere l’attenzione su tutte le forme di somministrazione illegale di manodopera come quella del caporalato agricolo, ma anche quella presente negli appalti di manodopera.