Prende il via domani, martedì 22 novembre 2016, il percorso di “Aperta-mente scuola”, un ciclo di incontri promosso dall’Amministrazione comunale di Reggio Emilia con i Consigli d’istituto dei 12 istituti comprensivi della città per discutere e presentare la bozza di lavoro sul Patto per la scuola elaborata dal maggio 2016 grazie alla collaborazione e al lavoro congiunto di educatori, insegnanti, dirigenti scolastici, agenzie educative del territorio e istituzioni.

Agli appuntamenti, che proseguiranno fino al 28 febbraio, prenderanno parte il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e l’assessore a Educazione e Conoscenza Raffaella Curioni. I 12 incontri saranno inoltre aperti alle famiglie e agli insegnanti per presentare il Patto e condividere idee e progetti sulla scuola a Reggio Emilia.

Una volta conclusa questa fase di discussione e approfondimento, il nuovo Patto per la scuola sarà firmato da tutti gli attori coinvolti nel marzo 2017 in Sala del Tricolore.

“Ad oltre tre anni dal precedente Patto cittadino – sottolineano il sindaco Luca Vecchi e l’assessore Raffaella Curioni – abbiamo creduto opportuna una stagione di verifica delle strategie e delle azioni che abbiamo condiviso sulla scuola a Reggio Emilia. Vogliamo dare forma e diffusione alla collaborazione strategica con le scuole, connotando e descrivendo compiutamente i campi di intervento e specificando procedure e modalità di relazione. La grande platea di attori ed operatori del mondo culturale ed educativo che attraversa relazioni con le scuole si è fortemente allargata e trasformata in questi anni e necessita oggi di ritrovarsi attorno a un documento di indirizzo partecipato dalla città, che rimetta a punto un’agenda di priorità condivise sulla Scuola per definire insieme un progetto educativo di città a partire proprio dal ruolo delle scuole a Reggio Emilia”.

Rilevante il numero di realtà coinvolte dal Patto. La rete scolastica di competenza comunale è infatti costituita da 12 istituti, con 41 scuole primarie e 13 secondarie di primo grado, ovvero: 391 classi scuole primarie, 211 classi scuole secondarie di primo grado.

E ancora i numeri aiutano a intuire quanto la realtà della scuola si sia evoluta: nell’anno scolastico 2015-2016 i bambini e i ragazzi frequentanti queste scuole sono 13.509, nell’anno 1994-95 erano 8.355.

La sola attività di Officina Educativa coinvolge: nei percorsi al mattino nelle classi (compresi i laboratori di italiano) 1.702 bambini e ragazzi, 70 classi, 175 insegnanti; negli Atelier pomeridiani (scuole aperte anche al pomeriggio) 46 scuole aperte e 1.425 bambini e ragazzi coinvolti; nei Servizi educativi territoriali Sei, Get, Cep e Orizzonti educativi 406 bambini e ragazzi. Il nuovo Spazio culturale Orologio ha avuto 6.500 accessi nel solo periodo gennaio-settembre 2016. Dal Servizio per l’integrazione scolastica: 299 situazioni seguite e 2.448 ore del Monte ore settimanale di attività.

Il percorso di ascolto e collaborazione strategica rappresenta dunque un confronto importante con una realtà ampia e fondamentale come le scuole, e sottolinea la rilevanza dell’investimento sull’educazione che l’Amministrazione comunale da tempo porta avanti. Il Patto per la scuola, del resto, si inserisce tra i progetti di mandato: l’obiettivo è rinnovare, entro marzo 2017, l’accordo complessivo con gli Istituti comprensivi del territorio per rimettere a punto un’agenda di priorità condivise tra Amministrazione, scuole e famiglie, anche in considerazione dei cambiamenti che hanno interessato il territorio negli ultimi anni.

Il nuovo Patto per la scuola, che coinvolge le istituzioni scolastiche della città, il servizio di Officina Educativa ed altri servizi dell’Amministrazione comunale, contiene più di 40 articoli e si sviluppa su tre ambiti: diritto allo studio, servizi educativi, formazione e ricerca.

Tanti sono i temi affrontati, tra cui l’evoluzione normativa, organizzativa e procedurale dei servizi per il Diritto allo studio, la definizione identitaria e la riconoscibilità sul territorio dei servizi e progetti della scuola, gli ambiti formativi comuni da condividere con scuole, università e privato sociale per i prossimi anni. Il documento rappresenta quindi una sfida politica, culturale ed educativa che, in continuità con la ricca esperienza della città, riafferma l’idea di educazione come bene comune di cui la comunità intera è corresponsabile.

Particolarmente rilevanti, in questi ultimi anni, sono stati gli investimenti, non solo economici ma anche di dialogo, confronto, ricerca ed innovazione per creare un sistema educativo stabile e coerente che abbia al centro l’alleanza strategica tra l’Amministrazione comunale, le istituzioni scolastiche e le famiglie. Per questo l’esito atteso non è solo nel prodotto finale del Patto, ma anche e soprattutto nel processo che sottende l’ideazione e la stesura dei testi dell’accordo, in una logica partecipativa larga ed inclusiva di tutta la città – insegnanti, educatori, genitori – volta a verificare quanto realizzato in questi anni, valutarne eventuali modifiche, sottolinearne ed amplificarne gli aspetti qualificanti, mirando al grado di consapevolezza e collaborazione che occorre creare attorno ai temi dell’educare.