Sant-AgostinoCon la realizzazione del progetto del nuovo Polo culturale Estense, che comprende l’intervento sul Sant’Agostino, sul Palazzo dei Musei e sull’ex ospedale Estense, gli spazi a disposizione degli istituti direttamente gestiti dal Comune di Modena o partecipati (dai Musei civici al nuovo Polo dell’immagine, dalle Biblioteche comunali al nuovo Centro multimediale della Figurina) aumenteranno di circa l’80 per cento (da 8.500 a circa 15 mila metri quadri), ma l’aumento dei costi di gestione degli immobili sarà più contenuto e dovrebbe attestarsi intorno al 48 per cento (da 580 a 855 mila euro all’anno) grazie a una minor spesa al metro quadro (da 67 a 55 euro) dovuta ai miglioramenti delle prestazioni energetiche degli edifici che sono compresi negli investimenti in programma.

Lo ha precisato l’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza rispondendo oggi, giovedì 24 novembre, in Consiglio comunale a un’interrogazione di Antonio Montanini (Cambiamodena) proprio relativa ai costi di gestione previsti nel progetto che verrà definito dalla Conferenza dei servizi una volta terminato il percorso avviato nei mesi scorsi dal Consiglio comunale, che si è sviluppato in audizioni e sopralluoghi con la partecipazione di tutte le commissioni consiliari.

Dopo aver analizzato i costi di gestione ipotizzati (oltre agli immobili anche quelli riferiti al personale, che rimane sostanzialmente confermato, e alle attività culturali di base), l’assessore Cavazza ha affermato che non c’è nessun “salto nel buio” e ha poi delineato anche alcuni scenari di sviluppo ulteriore dell’attività di promozione culturale e delle mostre possibile grazie agli investimenti nel Polo arrivando a individuare, in maniera prudenziale rispetto ai risultati potenziali, un “range” compreso tra 150 e i 700 mila euro di maggiori costi per il Comune, cifre del tutto compatibili, quindi, con il bilancio delle politiche culturali e senza che ciò richieda – come era contenuto nel quesito dell’interrogazione – specifiche manovre fiscali.

Rispondendo a un quesito specifico posto da Montanini, inoltre, l’assessore Cavazza ha precisato che tra gli istituti gestiti dal Comune non si prevede la Biblioteca Estense che “è e deve restare una Biblioteca di rango nazionale e come tale deve essere valorizzata innanzitutto dal Ministero, che con noi ha sottoscritto l’Accordo procedimentale”.

Rispetto al personale degli istituti comunali, l’assessore ha affermato che il costo si attesterà su quello attuale (intorno al milione di euro), mentre si prevede un aumento dei costi indiretti per gli appalti di gestione della sale mostre permanenti, di dimensioni ben più ampie delle attuali, passando da 380 a circa 684 mila euro. Per le mostre temporanee, invece, saranno previsti appositi finanziamenti.

Rispetto alla gestione degli immobili è stato scorporato il costo di gestione delle torri librarie, comunque in carico alla Biblioteca Estense: se saranno confermate nel progetto il costo annuo è intorno a150 mila euro.

Tra gli scenari delineati, l’assessore Cavazza ha indicato un aumento atteso dei visitatori degli istituti culturali e delle ricadute anche economiche sulla città. Rispetto alla novità del Centro multimediale della Figurina, per esempio, ha ipotizzato 5 mila visitatori all’anno, mentre alcune stime sono state elaborate sulla base di mostre di forte richiamo nazionale e internazionale che possano raggiungere gli 80 o i 120 mila visitatori all’anno. “E’ evidente – ha sottolineato l’assessore – che ciò presuppone la capacità di produrre con continuità un’offerta culturale di livello internazionale e il pieno dispiegamento di tutte le potenzialità del sistema. Ma è anche evidente che una corretta e normale gestione del Polo culturale è perfettamente compatibile con le risorse della città e non comporta salti nel buio”.

Nella replica il consigliere Montanini, dichiarandosi non soddisfatto, ha affermato che dalla risposta dell’assessore “emerge un progetto un po’ più chiaro sul cosa fare al Sant’Agostino ma non sul come sostenerlo. Avere un piano dei costi di gestione, e non solo ipotesi come mi sembra sia il caso, è obbligatorio perché gestiamo denaro pubblico e lasceremo l’onere in eredità ai cittadini per il futuro. Inoltre, se immaginiamo di compensare i costi con le mostre, le esperienze recenti non ci rassicurano”.

 

POLITICA CULTURALE, “REGIA È DEL COMUNE”

“La regia della politica culturale cittadina resta nelle mani del Comune. Ma è nostro interesse valorizzare l’apporto di tutti gli altri soggetti che partecipano al progetto”. Lo ha affermato l’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza rispondendo oggi, giovedì 24 novembre, in Consiglio comunale a un’interrogazione del Movimento 5 Stelle, illustrata da Mario Bussetti, che chiedeva “lo stato di fatto del progetto del Polo culturale Sant’Agostino” e poneva questioni sul personale, sulla governance del Polo e sul ruolo che ha assunto e assumerà la Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

L’assessore Cavazza ha ricordato il percorso “di conoscenza, approfondimento e ascolto attivo” svolto dal Consiglio comunale che ora è nelle “condizioni per esprimere un indirizzo chiaro che consenta di avviare la Conferenza dei Servizi sulla base di un progetto preliminare”.

Per Cavazza “è lecito non condividere in tutto o in parte le elaborazioni che sono state proposte, ma non è accettabile discutere come se fossimo semplicemente all’anno zero, come se in campo non ci fossero idee e progetti e addirittura tacciare di ‘vagabondaggio culturale’ il lavoro svolto dagli amministratori e dai professionisti che hanno seguito fin qui il progetto di recupero del Sant’Agostino e il successivo percorso in Consiglio”. E l’assessore ha ripreso le intenzioni concordate con Ministero e Fondazione: confermare nei suoi tratti principali il progetto architettonico del Sant’Agostino firmato dall’architetta Gae Aulenti, lasciando aperta la soluzione dei depositi librari e documentari (le discusse torri librarie); confermare la centralità della ricollocazione e riqualificazione delle Biblioteche Estense e Poletti, con particolare riguardo alla urgenza di rilanciare e valorizzare la Biblioteca Nazionale Universitaria Estense; inserire il progetto nell’ambito di un più completo disegno di Polo Culturale cittadino di respiro nazionale e internazionale, integrandolo con il recupero dell’ex Ospedale Estense e la riqualificazione del Palazzo dei Musei, in sinergia con il programma Terre Estensi del Ministero; mettere a disposizione dei principali istituti culturali di Modena spazi più ampi e interamente riqualificati, tali da consentire nuovi lay out, l’impiego delle nuove tecnologie, l’organizzazione di servizi comuni e, soprattutto, la valorizzazione del patrimonio culturale attualmente indisponibile per il pubblico; in tale contesto diventa possibile rinnovare i Musei Civici, valorizzare l’Archivio Storico e risolvere strutturalmente il problema delle sale espositive cittadine; inserire nel Polo culturale, così ripensato, il nuovo Polo dell’immagine e dell’Arte contemporanea (comprensivo del Centro Multimediale della Figurina), liberando  gli spazi attualmente occupati da Galleria civica e Museo della Figurina a favore della Biblioteca Delfini, e inserire altresì nel Polo un Laboratorio di formazione innovativa promosso dalla Fondazione; confermare la presenza di attività dell’Università, a partire da Museo e Teatro Anatomico.

In questo quadro, rispondendo, alle richieste di Bussetti, Cavazza ha precisato che per la gestione per le attività culturali non si pensa a un soggetto unico, “ma a strumenti e organismi di coordinamento dei progetti e dei programmi” e i n questo contesto “non è previsto un ruolo della Fondazione nella direzione e gestione delle funzioni che potrebbero essere collocate nel Palazzo dei Musei e nell’ex Estense, mentre resta l’impegno della medesima Fondazione a contribuire agli investimenti anche per le parti di proprietà comunale fino al termine del programma pluriennale dei lavori”.

E’ in questo ambito che la Fondazione ha accettato di finanziare la progettazione di un primo stralcio di interventi sulla messa in sicurezza del ex Ospedale Estense, in modo tale da disporre rapidamente di un progetto esecutivo e di attingere ai finanziamenti nazionali del Ministero appena saranno disponibili.

Per il consigliere Bussetti, le risposte “non hanno chiarito i nostri dubbi, riteniamo infatti che ci sia una subalternità del progetto culturale rispetto a quello edilizio. Il procedimento dovrebbe essere rovesciato: prima il progetto culturale e, di conseguenza, quello edilizio. Se non abbiamo ben chiaro dove vogliamo andare è inutile costruire muri, rischiamo di costruire una cattedrale nel deserto”. Il consigliere ha poi rilevato una seconda “subalternità: quella del Comune rispetto alla Fondazione alla quale abbiamo detto di occuparsi della progettazione, secondo le nostre linee guida. Ma nessuno ancora sa quali siano e se ci sediamo al tavolo senza averle, decidono loro e noi appaltiamo a un ente privato una funzione culturale pubblica”.