I rischi legati all’utilizzo della “rete” da parte dei più giovani sono tanti. La progressiva digitalizzazione e informatizzazione della nostra società ci pone di fronte a tante nuove frontiere, ma a tante nuove problematiche. I pericoli sono in agguato e i giovani che non hanno alle spalle un’educazione adeguata, ci cascano in pieno.  Esistono situazioni paradossali come la cosiddetta neknomination, la febbre della condivisione di selfie o il cyberbullismo, una piaga che ha portato, in casi estremi, al suicidio delle vittime a causa delle angherie subite. Ce ne parla nel suo blog Tiziano Motti (https://dirittideicittadini.wordpress.com/2014/03/13/se-sono-in-rete-esisto-neknomination-e-cyberbullismo/), eurodeputato della settima legislatura e fondatore dell’associazione di iniziativa parlamentare europea “Europa dei Diritti. Per fare un esempio pratico, la neknomination è un gioco che si svolge sui social e consiste nel produrre un video nel quale si beve tutto d’un sorso un superalcolico e si invitano altri amici a fare altrettanto. “L’impresa” è spesso accompagnata da performance pericolose, come sfidare il traffico, o esibirsi in tuffi acrobatici nell’acqua gelida. Per combattere queste derive, secondo noi, non bisogna vietare, ma proporre ai giovani modelli alternativi, interessanti e positivi, capaci di stimolarli e farli sentire importanti. Un ruolo fondamentale, come sempre, lo deve giocare la famiglia, poi vengono le proposte e le iniziative offerte ai ragazzi dalle scuole e dal mondo che li circonda, legate ai loro interessi, come per esempio la musica e lo sport.