Nei giorni scorsi i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione ad un decreto di confisca nei confronti di una famiglia di origine nomade dimorante nel bolognese da tempo nota alle forze dell’ordine in quanto dedita in maniera “seriale” alla commissione di furti e rapine in varie province della regione Emilia-Romagna. In particolare sono
stati acquisiti definitivamente al patrimonio dello Stato una villa, un terreno (ubicati a San Lazzaro di Savena) e un’auto, per un valore complessivo di circa 500.000 euro.
Il provvedimento eseguito rappresenta l’ultimo atto, dopo la conferma della Corte di Cassazione, di un procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali antimafia disposte dal Tribunale di Bologna.
Nel corso delle investigazioni patrimoniali che hanno dato avvio al complesso iter giudiziario conclusosi con la confisca odierna, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna avevano concentrato la propria attenzione investigativa su B. F. (cl. 1972), gravato da numerosi precedenti penali e già sottoposto alla misura di prevenzione personale della “Sorveglianza Speciale
di Pubblica Sicurezza”.
In particolare, il “proposto”, peraltro recentemente tratto in arresto, unitamente ai suoi familiari dai Carabinieri di Forlì per analoghi fatti-reato, presentava un profilo reddituale dichiarato al fisco non in linea con l’elevato tenore di vita e con i beni posseduti.
Le indagini patrimoniali condotte dagli specialisti del G.I.C.O. di Bologna hanno permesso di dimostrare che la villa, il terreno e l’autovettura erano stati acquistati grazie ai proventi di gravi reati contro il patrimonio. Ora questi beni potranno essere gestiti dall’Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e Confiscati che ne curerà la destinazione e il riutilizzo sociale.