Per facilitare l’ingresso di nuove leve in agricoltura bisogna prima di tutto agevolare l’accesso al bene terra. In un Paese segnato dalla scarsa mobilità fondiaria, acquistare a prezzi di mercato è quasi impossibile: se in Francia un ettaro costa in media 5.500 euro e in Germania 6.500 euro, in Italia un ettaro di terreno viaggia mediamente intorno ai 18 mila euro. Anche l’affitto, soprattutto in alcune zone a forte caratterizzazione produttiva e territoriale, è proibitivo. Ecco perché è importante la nascita della Banca delle terre agricole, che mette a disposizione soprattutto dei giovani il patrimonio pubblico. Così l’Agia, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli della Cia-Agricoltori Italiani di Reggio Emilia, in merito al progetto presentato ieri al Mipaaf.

L’auspicio è che la Banca delle terre agricole possa contribuire a generare nuova occupazione “under 40” in un comparto fondamentale del Paese che, tra produzione e industria, vale il 15% del Pil -spiega l’Agia Cia-. D’altra parte, la questione del ricambio generazionale in agricoltura è una priorità imprescindibile e passa proprio attraverso la capacità di incentivare i giovani a entrare nel settore.

Liberare i terreni agricoli pubblici per la vendita o l’affitto è, tra l’altro, una nostra proposta avanzata con forza già dal 2010 con la Banca della terra. Ora questa misura potrà diventare una vera chance per i giovani se accompagnata da validi strumenti creditizi -aggiunge l’Agia Cia di Reggio- che sostengano i nuovi imprenditori nella fase di start-up.