Sono in lieve calo le imprese registrate in provincia di Modena nel primo trimestre del 2017, come confermano i dati di Infocamere elaborati dal Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio.

Le posizioni registrate passano infatti da 74.557 al 31/12/2016 a 74.218 al 31 marzo 2017, con un decremento di 339 unità, pari al -0,5%.

Tuttavia questo andamento è ricorrente nel primo trimestre di ciascun anno, in quanto le iscrizioni e le cessazioni delle imprese sono caratterizzate da una forte stagionalità: proprio nel primo trimestre si concentra infatti un incremento sia delle iscrizioni, ma ancor di più delle cessazioni[1].

Il trimestre in esame è caratterizzato da una forte movimentazione, infatti da gennaio a marzo le imprese iscritte risultano 1.479, l’8,0% in più rispetto al primo trimestre 2016, mentre le cessate non d’ufficio risultano 1.799, in aumento del 7,8%. Il relativo tasso di sviluppo diviene pari a -0,43%, migliore di quello regionale (-0,58%), ma inferiore al totale Italia (-0,26%). Modena sale così al cinquantasettesimo posto della classifica provinciale, in cui peraltro prevalgono gli andamenti negativi, con solo 19 province che registrano tassi di sviluppo positivi.

Il confronto delle imprese registrate con il primo trimestre del 2016 risulta anch’esso lievemente negativo (-0,2%), il dato regionale è più marcato (-0,6%), mentre il totale Italia vede un incremento dello 0,2%.

Analizzando le diverse tipologie di imprese si registrano andamenti differenti: emerge il sensibile incremento annuale per le imprese straniere (+3,6%), buono anche il trend delle imprese femminili (+0,7%), mentre sono in calo sia le imprese giovanili (-2,3%) sia le imprese artigiane (-1,6%), la cui diminuzione prosegue da tanti anni.

Le imprese attive, cioè quelle che hanno dichiarato l’effettivo inizio dell’attività, calano dello 0,3% rispetto a marzo 2016; l’esame per forma giuridica conferma l’andamento dei trimestri precedenti, con la crescita delle società di capitali (+1,7%), delle ‘altre forme giuridiche’ (+0,6%), mentre sono in calo le imprese individuali (-0,6%) e le società di persone (-2,5%).

Infine anche l’esame delle imprese attive per settore economico ricalca gli andamenti registrati in passato: diminuiscono le imprese in agricoltura (-1,9%), nelle costruzioni (-1,1%) e nelle attività manifatturiere (-1,0%), mentre solamente il ‘totale servizi’ registra una lieve crescita (+0,4%).

Più nel dettaglio i settori manifatturieri che perdono il maggior numero di attività produttive sono la ‘fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche’ (-3,5%) e l’industria del legno (-3,4%), mentre rimangono positivi la ‘riparazione e manutenzione’ (+4,5%), settore sempre in aumento dall’inizio della crisi, la ‘fabbricazione di prodotti di carta’ (+2,3%) e la ‘fabbricazione di mezzi di trasporto’ (+1,9%).

Tra i servizi emergono l’istruzione privata (+5,6%), il ‘noleggio e servizi di supporto alle imprese’ (+4,5%) e le ‘attività sportive e ricreative’ (+2,2%). Calano invece le attività immobiliari (-1,9%), il ‘trasporto e magazzinaggio’ (-1,3%) e le ‘attività finanziarie e assicurative’ (-0,6%).

 
[1] In genere a fine anno si ha un picco di cessazioni di imprese, tale evento però può essere comunicato alle Camere di Commercio entro trenta giorni, pertanto molte cancellazioni vengono contabilizzate nel mese di gennaio dell’anno successivo.