Un centinaio di imprenditori hanno partecipato lunedì scorso (19 giugno) al seminario di CNA dedicato al nuovo codice degli appalti. Un paio di ore di confronto che sono servite a fare il punto sui correttivi alla nuova legge, introdotti meno di un mese fa, ma anche per presentare alcune proposte di CNA mirate ad adeguare uno strumento che è sì migliorato, ma che è ancora penalizzante per le piccole e medie imprese.

“Una situazione iniqua, che pesa non solo sul mondo economico, ma a nostro avviso anche sulla qualità dei servizi prestati”, commenta il presidente di CNA Modena, Claudio Medici. Per questo l’Associazione ha elaborato alcune proposte assolutamente compatibili con l’attuale impianto, “proposte che riteniamo di buon senso, che abbiamo sottoposto a legali esperti in diritto amministrativo anche per valutarne l’adeguatezza in termini formali”.

E’ su questi contenuti che si sono confrontati il senatore Stefano Vaccari, il sindaco e presidente della Provincia di Modena Gian Carlo Muzzarelli, oltre a Mario Pagani, responsabile delle politiche industriali di CNA Nazionale.

Cosa non funziona nell’attuale Codice. “Le precarietà sono diverse, più o meno gravi – commenta Pagani – a cominciare dall’eccessiva discrezionalità di cui si avvalgono le stazioni appaltanti. Pensiamo che alcuni di questi si basano sulla dotazione di personale e mezzi necessari non all’appalto in questione, ma antecedenti al bando stesso. Una richiesta palesemente illogica che penalizza le piccole imprese. Poi ci sono i tempi troppi ristretti per la redazione delle offerte, la richiesta di requisiti finanziari eccessivamente elevati, la grande dimensione economica degli appalti”.

E questo è un problema molto caro a CNA, che l’Associazione chiede di risolvere suddividendo obbligatoriamente gli appalto in blocchi funzionali, un rilevo rispetto al quale Muzzarelli ha manifestato la propria apertura. Ma occorre anche favorire una rotazione degli appalti. In che modo? “Ad esempio – continua Pagani – mettendo un limite al numero di lotti che un’impresa possa aggiudicarsi e offrire la possibilità di partecipazione anche ad altre imprese invitate dalla stazione appaltante sulla base dell’appartenenza territoriale e di requisiti professionali noti, oltre al numero minimo previsto dal Codice, con la conseguenza di aumentare la concorrenza e quindi elevare i vantaggi anche economici per la pubblica amministrazione”. A questo scopo, CNA invita le stazioni appaltanti a creare elenchi di operatori validi a livello regionale.

Ma determinanti sono anche i controlli: “chiediamo un monitoraggio rigoroso, perché il mercato degli appalti pubblici continua ad essere fonte di corruzione”.

Ma serve anche formazione, per le imprese e gli addetti delle stazioni appaltanti. “Quest’ultima è una priorità, così come essenziali sono linee guida che mettano dei confini a quella discrezionalità che le stazioni hanno nella scelta delle imprese aggiudicatarie”.

Ai lavori è intervenuto anche il sindaco e presidente della provincia Gian Carlo Muzzarelli. “Analizzerò assieme ai tecnici le proposte di CNA. Del resto, la nostra disponibilità al dialogo è massima: ad esempio, rispetto alle procedure negoziate e a invito, stiamo lavorando a un regolamento che tenga conto dei suggerimenti arrivati dalle Associazioni. L’obiettivo è quello di fare lavorare le imprese serie nell’ambito di tutti quegli investimenti – 100 milioni di euro tra il polo S. Agostino e il comparto ex Amcm, 17 del piano periferie – che, solo in città, verranno attivati nei prossimi mesi. Di certo, il nuovo codice degli appalti presenta delle complicazioni piuttosto pesanti e vincolanti”.

“L’attività di CNA rispetto a questo tema – ha concluso il senatore Stefano Vaccari – va valutata in modo positivo, perché rappresenta il tentativo di rendere più competitive le piccole imprese e il territorio, lavorando peraltro in un ambito importante come la formazione”.