Presentate stamane alla stampa le modalità di utilizzo del contributo di 30.000 euro erogato anche quest’anno dalla Fondazione ing. Giovanni Lucchese al Polo Territoriale di Fiorano Modenese e Maranello, finalizzato a componenti di famiglie disagiate, affinché trovino più facilmente un lavoro  e quindi permettano all’intero nucleo di uscire da una situazione di dipendenza dai servizi sociali, di superare l’assistenzialismo, che conduce l’individuo alla passività e di valorizzarne le competenze.

A illustrare il progetto sono stati l’assessore Luigi Zironi di Maranello e l’assessore Marco Biagini di Fiorano Modenese, che prima di tutto hanno ringraziato la Fondazione Giovanni Lucchese, non solo per l’importante contributo, ma anche per la partecipazione alla definizione della sua destinazione.

La Fondazione Giovanni Lucchese è nata su iniziativa della famiglia Lucchese e di Florim per onorare la memoria del fondatore dell’allora Floor Gres e attuale Florim, con l’obiettivo di erogare fondi a favore di enti e associazioni dedicate al sostegno delle famiglie più bisognose del territorio. Per rispondere a questa finalità, è stato concordato che il contributo di 30.000 euro ai due comuni sia utilizzato per supportare e sostenere scelte finalizzate al reperimento autonomo di occupazioni lavorative, ad esempio garantendo la partecipazione a corsi di formazione per il conseguimento di qualifiche professionali o corsi di specializzazione onde dare competenze più appetibili per il mercato del lavoro.

L’anno scorso, con la donazione della Fondazione Giovanni Lucchese, sono stati erogati 112 contributi, conseguenti alla valutazione operata dagli assistenti sociale per individuare strade innovative che consentano alle famiglie di uscire da situazioni di totale dipendenza dai Servizi Sociali; superare l’assistenzialismo che rischia di condurre alla fossilizzazione delle situazioni e alla passività degli individui, promuovere uno spirito di intraprendenza e di cambiamento dei cittadini valorizzando le loro competenze e sostenendo le loro proposte.

“Il nostro territorio – ha detto l’assessore Marco Biagini – è caratterizzato da una forte presenza di lavoratori despecializzati e con un basso tasso di scolarità, che faticano sempre più, se messi ai margini, come è avvenuto con la crisi del 2009, a reinserirsi nelle medesime mansioni, superate dall’innovazione tecnologia e dall’evoluzione dei mercati, o ad avere le competenze per ‘reinventarsi’ un nuovo ruolo”.

“Per questo, insieme – ha spiegato l’assessore Luigi Zironi – abbiamo cercato di superare l’approccio tradizionale dell’assistenza, privilegiando l’accompagnamento del cittadino e costruendo con lui, da parte dei nostri servizi, progetti personalizzati alle sue esigenze, affinché una fase di necessità, non diventi permanente”.

“Sempre più spesso – hanno tra l’altro aggiunto i relatori – i nostri servizi sono collegati a una forma di patto, come avviene già con i Patti di Cittadinanza Attiva, perché c’è la consapevolezza che nessun aiuto può ottenere frutti se non c’è da parte di chi riceve il sostegno la volontà di mettersi in gioco e di modificare il proprio profilo di competenze per incontrare più facilmente una opportunità di lavoro”.

“Il primo passo è rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso al lavoro, come l’impossibilità di raggiungere il luogo di lavoro; una formazione  concomitante e perciò alternativa a qualche lavoro, seppure marginale, per cui uno è costretto ad abbandonarla per non rinunciare a quel reddito”.