Quindicimila tonnellate di fertilizzanti (gessi di defecazione) sono stati sottoposti a sequestro preventivo da parte dei carabinieri forestali della stazione di Gualtieri e del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Gruppo di Reggio Emilia a seguito dell’esito delle analisi, cui sono stati sottoposti in un laboratorio di ARPAE Emilia Romagna, che hanno evidenziato la presenza di idrocarburi, arsenico, fenoli ed in particolar modo di metilfenoli in quantitativi significativi e ritenuti nocivi per la salute e l’ambiente. Al termine delle indagini, coordinate dalla Dr.ssa Maria Rita Pantani, sostituto presso la Procura reggiana, i carabinieri forestali di Gualtieri e Reggio Emilia hanno denunciato un 55enne bresciano che aveva preso in affitto i due capannoni, ubicati nel comune di Fabbrico, dove erano stoccati i fertilizzanti contaminati. L’uomo è accusato di attività di recupero, commercio, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali potenzialmente pericolosi, senza autorizzazione.

L’attività è stata resa possibile grazie a un mirato servizio di controllo del territorio portato a termine dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Gualtieri a seguito di diverse segnalazioni pervenute da privati cittadini che lamentavano odori nauseabondi e irritanti giungere da due capannoni al cui interno il sopralluogo dei carabinieri forestali gualtieresi ha portato al rinvenimento di migliaia di tonnellate di materiale stoccato all’interno.

Da una prima attività di indagine, eseguita unitamente ai colleghi del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale del Gruppo carabinieri Forestali di Reggio Emilia, è emerso che si trattava di gessi di defecazione, appartenenti alla categoria dei fertilizzanti e che l’attività di stoccaggio nei capannoni di Fabbrico ha avuto inizio già da mesi prima. Nella considerazione che il materiale a breve sarebbe stato sparso per i campi agricoli e alla luce delle segnalazioni giunte dai cittadini sono stati eseguite le dovute analisi su campionature del materiale al fine di verificare la presenza di metalli pesanti, fenoli e idrocarburi (elementi tossici e nocivi per l’ambiente, gli animali e per l’uomo).

Il risultato delle analisi ha confermato la presenza di idrocarburi, arsenico, fenoli ed in particolar modo di metilfenoli in quantitativi significativi motivo per cui le 15.000 tonnellate di fertilizzante contaminato venivano sottoposte a sequestro preventivo con la denuncia dell’imprenditore bresciano (che aveva preso in affitto i capannoni). Da registrare che l’effettiva pericolosità dei microinquinanti organici (Idrocarburi, Fenoli, ecc) nei prodotti che sono utilizzati per la fertilizzazione è assai dibattuto sia in ambito tecnico scientifico che giuridico. Negli ultimi anni, sono state prese posizioni piuttosto decise in merito, da parte degli organi inquirenti, che hanno ritenuto di denunciare i produttori di fanghi e compost, nei quali è stata riscontrata la presenza, in quantità significativa, di microinquinanti organici (Diossine, IPA, PCB, Idrocarburi, Fenoli). Se tali gessi di defecazione, fossero spanti senza un’accurata indagine analitica atta ad escludere la presenza di sostanze inquinanti in concentrazioni pericolose per l’ambiente, si potrebbe assistere ad un fenomeno di danno e bioaccumulo nel tempo.

I gessi di defecazione sequestrati preventivamente dai carabinieri forestali, per essere utilizzati sui terreni a beneficio dell’agricoltura, dovranno essere trattati con procedimenti chimico-fisici e/o biologici al fine di eliminare gli idrocarburi pesanti e il metilfenolo, in quanto potrebbero causare danni all’ecosistema e rappresentare anche un rischio per la salute pubblica. Diversamente dovranno essere smaltiti presso gli impianti di incenerimento o in discarica.