“Gli interessi della Bassa sono anche quelli di chi ci lavora e non solo quelli di chi dice ‘no’ alla realizzazione della Cispadana. L’obiettivo dell’iniziativa di chi è andato alla Commissione petizioni dell’Unione Europea ci pare chiara: affossare tutto e non cercare alternative che sono sono già state valutate, anche diversi anni fa, senza esito e senza possibilità di essere riaperte”. Le associazioni aderenti a Rete Imprese Italia (Lapam Confartigianato, Cna, Confcommercio Fam e Confesercenti), Ance Modena, Confindustria Area Centro, Legacoop e Confcooperative replicano in modo fermo alla visita a Bruxelles dei comitati per il no all’opera.

“La strada percorsa in questi 15 anni è stata quella dell’autostrada Cispadana, finanziata in project financing e l’iter, dopo anni di stop & go, è stato finalmente concluso con la valutazione di impatto ambientale. Ora che l’opera è di fatto cantierabile diventa strumentale un’iniziativa di questo tipo. L’unico obiettivo è quello di far saltare il tavolo: rimettere in circolo l’idea della ferrovia, ad esempio, è strumentale perché conosciamo già la risposta negativa”.

Le associazioni imprenditoriali ritengono che sia il tempo della realizzazione dell’arteria, attesa da decenni e oggi più che mai necessaria per rilanciare l’Area Nord della provincia di Modena: “per farla uscire dall’isolamento logistico e collegarla ai principali snodi europei. Le piccole, medie e grandi imprese dei distretti presenti sul territorio hanno fatto miracoli nel vero senso della parola anche nella fase drammatica del post sisma, l’inizio dei lavori dell’autostrada Cispadana sarebbe il segnale di una svolta storica per lo sviluppo del territorio, per la salvaguardia e l’attrattività dell’economia oltre a rappresentare un intervento infrastrutturale decisivo per il futuro dell’Area Nord.

I distretti manifatturieri di cui la zona è una dei luoghi di maggior sviluppo (biomedicale, meccanica), naturalmente vocati all’export, troverebbero nella Cispadana un fattore di competitività per garantire una crescita e un consolidamento della vocazione manifatturiera della zona: ricordiamo che manifattura è sinonimo di posti di lavoro mantenuti, indotto e servizi, saper fare che rimane sul territorio. Non dimentichiamo – concludono le associazioni datoriali – che un’opera di questo tipo genera un volano per l’edilizia, crea un indotto, favorisce l’attrattività anche dei centri storici e del commercio grazie alla maggiore fruizione dell’area.

C’è chi si erge a paladino di tutta l’Area Nord e dei suoi cittadini, noi rappresentiamo chi sul territorio, imprenditori, dipendenti, famiglie, lavora e si impegna per far crescere il proprio benessere e quello della comunità intera”.