Si fa tesa la situazione all’interno della Modena Giochi Giuliani Srl Savignano sul Panaro dove da alcuni mesi i lavoratori – afferma Filcams/Cgil – “stanno subendo costanti tagli agli stipendi e diversi provvedimenti ritorsivi”.

Modena Giochi Giuliani Srl Savignano sul Panaro, ha attualmente una trentina di addetti, ed è leader in Italia nella commercializzazione delle slot machines e nell’allestimento di sale giochi, nonché nella gestione delle relative pratiche burocratiche per conto degli esercizi pubblici che le ospitano.

“A inizio luglio – spiega il sindacato – l’azienda ha iniziato a tagliare gli stipendi, e a rateizzarne i pagamenti. Da subito il sindacato Filcams/Cgil si era attivato per aprire un confronto, ricevendo però risposte molte vaghe.
Filcams/Cgil è consapevole della possibile crisi del sistema delle slot machine, di cui anche la Modena Giochi Giuliano potrebbe risentire.
Infatti, nella prima metà del 2018 si potrebbe profilare una crisi sistemica del settore dovuta all’attivazione della legge regionale contro le ludopatie che  prevede il divieto di installazione di slot in locali che distano a meno di 500 metri da scuole e luoghi di culto. Inoltre per effetto della legislazione nazionale di prossima attuazione, dovranno essere ridotti ulteriori punti gioco che dovranno attenersi anche a regolamenti più restrittivi.
Proprio per questo, il sindacato ritiene necessario un confronto che attraverso un percorso condiviso possa conciliare eventuali difficoltà aziendali con i diritti lavoratori e il ricorso ad ammortizzatori sociali conservativi.

L’azienda però – prosegue Filcams/Cgil – si è sempre dimostrata vaga sia sui problemi e a settembre si è verificato il primo licenziamento individuale di una lavoratrice rientrata dalla maternità e non sono stati confermati i contratti a tempo determinato in scadenza.
Stante il perdurare del pagamento rateizzato degli stipendi, tra settembre e ottobre azienda e sindacato si sono incontrati più volte, sino all’incontro del 26 ottobre in Confindustria in cui l’azienda si era impegnata a mettere il sindacato a conoscenza del piano di riorganizzazione e a instaurare corrette relazioni industriali. Ma ciò non ha mai avuto corso.

Sempre a settembre, la delegata Filcams/Cgil viene dapprima messa in ferie forzate che vengono continuamente prorogate, sino a quando la lavoratrice si è messa a disposizione dell’azienda avendo terminato le ferie”.

“A questo punto – spiega la sindacalista Elisabetta Tiddia  –  le è stato prima contestato un danno di immagine senza alcun motivo e successivamente è stata messa in sospensione e licenziata una settimana dopo”.

Il clima in azienda da alcune settimane è diventato incandescente e già oggi è in atto uno prima azione di lotta con 8 ore di sciopero.

La Filcams/Cgil chiede il ritiro del licenziamento della delegata “che è assolutamente pretestuoso – afferma la sindacalista della Filcams  – e si riserva di adire le vie legali in caso contrario”.

Inoltre, lavoratori e Filcams/Cgil sono intenzionati a proseguire con le iniziative di lotta, se non verrà fatta chiarezza sulla condizione economica dell’azienda e se non sarà condiviso un percorso per conciliare eventuali difficoltà aziendali con i diritti dei lavoratori.