Dall’impiego di piccoli robot all’installazione di particolari pavimentazioni per mantenere la pulizia nelle stalle e ridurre così la percentuale di ammoniaca. E ancora, dalle vasche ermetiche esterne ai ricoveri per lo stoccaggio dei liquami, all’utilizzo di  tecniche di precisione nella concimazione dei campi per limitare il consumo di azoto e gas serra. Dall’agricoltura arriva un contributo fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra e ammoniaca e contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico, grazie ad una corretta scelta delle strategie di gestione degli allevamenti e dei relativi sottoprodotti.

Sono i risultati cui punta il bando da oltre 14 milioni di euro del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020, destinati a progetti e investimenti capaci di contribuire al raggiungimento di questi obiettivi con effetti positivi per l’ambiente e la collettività, approvato dalla Regione Emilia-Romagna (delibera 19/2018).
Il bando è rivolto alle imprese agricole del territorio che possono presentare domanda dal 18 gennaio al 16 aprile 2018.

“L’approvazione del bando 2018 è in continuità con gli obiettivi del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 che ha come obiettivo quello di promuovere le azioni più efficaci per ridurre le emissioni di gas serra e ammoniaca- ha precisato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-. I contributi sono pensati per implementare gli investimenti delle imprese agricole in modo da diffondere l’applicazione delle tecniche più efficaci per ridurre l’inquinamento degli allevamenti rendendo così l’agricoltura protagonista della lotta al cambiamento climatico e al miglioramento dell’ambiente”.

Cosa prevede il bando
Beneficiarie sono le imprese agricole in forma singola o associata come cooperative, consorzi di scopo o comunioni a scopo di godimento, che devono realizzare investimenti per individuare e applicare specifiche soluzioni che interessino una o più fasi del processo produttivo: interventi per la riduzione delle emissioni nei ricoveri di animali o nei contenitori di stoccaggio esterno, interventi per migliorare il microclima negli allevamenti, trattamento e distribuzione degli effluenti, cioè l’insieme dei sottoprodotti degli allevamenti, o del digestato derivante dagli impianti di biogas, una valida alternativa ai fertilizzanti commerciali.
Per una maggiore efficacia degli obiettivi, è prevista la possibilità di combinazione con l’operazione del Piano regionale per la “gestione degli  effluenti”.
Sono inoltre ammesse al finanziamento le spese sostenute per coprire i costi degli onorari di professionisti o per studi di fattibilità, entro il limite massimo del 10% e investimenti per l’acquisto o lo sviluppo di programmi informatici.

Per quanto riguarda il valore dei progetti, quando l’investimento è opera di una singola azienda, l’importo può variare da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 180 mila, importo che può invece raggiungere i 500 mila euro se i progetti vedono il coinvolgimento di più aziende agricole.

Anche l’aiuto finanziario varia in percentuale rispetto al tipo di intervento: 40% nel caso di progetti presentati da un’unica impresa agricola, e 60% nel caso di progetti collettivi o di progetti integrati, cioè iniziative realizzate da una sola impresa agricola che oltre all’obiettivo della riduzione di gas serra ed ammoniaca combinano azioni che riducono l’inquinamento delle acque.

Nella valutazione dei progetti verrà considerato il tipo di approccio, della combinazione di più obiettivi, del tipo di investimento e del fatto che sia realizzato in zone vulnerabili ai nitrati o a prevalente tutela naturalistica, paesaggistica, idrologica oltre all’intensità della riduzione di ammoniaca.
Le domande di sostegno devono essere presentate online sulla piattaform del Siag – Sistema informativo agricolo utilizzando i moduli predisposti da Agrea