Più remuneratività per le imprese agricole, più qualità per i consumatori e produzioni più sostenibili, grazie all’adozione di tecniche agronomiche che riducono in misura significativa l’impatto sull’ambiente. Sono gli aspetti chiave dell’accordo di filiera triennale (2017-2019) per il grano duro di elevato standard qualitativo tra la Barilla, leader mondiale per la pasta, e le principali organizzazioni di produttori cerealicoli dell’Emilia-Romagna, che hanno sottoscritto oggi a Bologna, presso la sede della Regione, il rinnovo dell’intesa quadro nella parte economica e nei requisiti di qualità della materia prima, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli.

Quantitativi e superfici interessate

L’accordo, promosso dalla Regione, prevede la fornitura all’azienda di Parma di un quantitativo di 120mila tonnellate per quest’anno e per il 2019, per una superficie coltivata di circa 20mila ettari all’anno, e rappresenta un modello di organizzazione della filiera, dal campo alla tavola, che nei suoi dodici anni di vita – è stato infatti siglato per la prima volta nel 2006 – ha consentito di far nascere in Emilia-Romagna un polo di eccellenza per la produzione di grano duro di alta qualità. Un prodotto dalle caratteristiche ideali per la pasta “top quality” firmata Barilla, competitivo rispetto ai grani di importazione, e che al tempo stesso offre agli agricoltori l’opportunità di uno sbocco commerciale interessante sotto il profilo economico, anche grazie ai premi legati alla qualità e ai contributi governativi, in un comparto – quello delle commodity – sottoposto a forti oscillazioni di prezzo sui mercati internazionali.

“Gli accordi di filiera- ha rimarcato l’assessore Caselli- sono uno strumento fondamentale per migliorare la programmazione e valorizzare produzioni di grande pregio  sotto l’aspetto qualitativo come il grano duro, al tempo stesso consentendo di metterlo al riparo dagli alti e bassi della congiuntura. Va poi sottolineata la forte valenza a carattere ambientale dell’intesa, dal momento che il grano di alta qualità per la pasta Barilla è coltivato mediante l’impiego di tecniche produttive all’insegna della sostenibilità, in linea con i Disciplinari di produzione integrata dell’Emilia-Romagna”.

In particolare l’impiego di questi tecniche consentirà di ridurre le emissioni di CO2  del 20%.

Molteplici anche i vantaggi per l’azienda di Parma, che potrà contare su varietà di grano appositamente selezionate e su un bacino di approvvigionamento limitrofo agli stabilimenti produttivi.

“L’accordo- sottolinea Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti del Gruppo Barilla-  dimostra che c’è un modo virtuoso per sostenere la filiera nazionale grano duro-pasta. Grazie ai contratti di coltivazione stiamo riuscendo finalmente ad aumentare la produzione di grano duro italiano di qualità e a remunerare adeguatamente gli agricoltori, che potranno anche programmare al meglio lo sviluppo di mezzi e di risorse. Al tempo stesso stiamo riscontrando una riduzione dell’impatto ambientale, grazie alla crescita del progetto grano duro sostenibile, in linea con la nostra missione aziendale”.

Come sarà calcolato il prezzo garantito   

L’altra novità sostanziale scaturita dal rinnovo dell’intesa per il biennio 2018-2109 riguarda l’incremento di cinque euro a tonnellata del prezzo garantito per una quota prefissata del 30% della produzione conferita; aumento che farà così salire il compenso pagato agli agricoltori dai 240 euro a tonnellata per il grano con contenuto proteico del 13%, ai 250 euro nel caso di una percentuale del 13,5%, per arrivare infine a toccare i 260 euro, sempre a tonnellata, per merce con contenuto di proteine uguale o superiore al 14%.

Per il pagamento della restante quota del 70% del prodotto conferito si farà invece riferimento ai listini della Borsa merci di Bologna: prezzo al quale si aggiungono poi i premi legati ai parametri di qualità e all’adesione agli impegni previsti dall’accordo. In più gli agricoltori potranno accedere ai contributi per ettaro stanziati dal ministero delle Politiche agricole per chi aderisce ai contratti di filiera di durata triennale. Le risorse a disposizione per il 2018 sono state raddoppiate rispetto alla scorsa campagna e ammontano in totale a 20 milioni di euro. A questi pagamenti, inoltre, potranno aggiungersi i compensi per i servizi di stoccaggio, dai 12 ai 23 euro a tonnellata secondo il periodo di consegna della merce.

Le organizzazioni firmatarie dell’intesa 

A sottoscrivere il rinnovo dell’intesa con il gruppo Barilla le stesse organizzazioni firmatarie dell’accordo di base: Op Grandi colture italiane, Op Cereali, Consorzio agrario Terre padane, Consorzio agrario di Parma, Consorzio agrario dell’Emilia e Consorzio agrario Adriatico. A queste sigle si aggiunge, come negli anni scorsi, la Società produttori sementi, fornitrice del seme di varietà appositamente selezionate.

I contratti di filiera tra Barilla e mondo agricolo stipulati sotto l’egida della Regione Emilia-Romagna hanno dato una spinta decisiva al rilancio della produzione regionale di grano duro. Dal 2006, anno di decollo del progetto, la superficie coltivata in Regione è passata da 20mila ad 80mila ettari e quella sotto contratto da circa 5mila a 20mila. In contemporanea la produzione di grano duro di alta qualità conferita a Barilla è aumentata dalle iniziali 30mila tonnellate annue alle attuali 120mila tonnellate.