La notizia è nota, ma non con la diffusione che meriterebbe, visto che avrà un impatto su tutte le imprese, grandi e piccole, anche se saranno queste ultime a pagarne più pesantemente gli effetti. Stiamo parlando della fatturazione elettronica, che dal primo gennaio 2019 sarà obbligatoria nelle transazioni commerciali tra tutte le imprese, misura che ha il condivisibile obiettivo di ridurre l’evasione fiscale.

“Un adempimento che metterà a dura prova le aziende, soprattutto perché il nuovo obbligo scatterà immediatamente, senza alcun periodo di sperimentazione, che invece riteniamo fondamentale per andare a regime con questa normativa. Ecco perché anche in questo caso parliamo di un fisco lontano dalle imprese, un fisco che assume comportamenti vessatori, anziché collaborativi, non solo da un punto di vista strettamente economico, ma anche per le modalità dei vari adempimenti”, commenta Giuseppe Borri, Responsabile dei servizi fiscali di CNA Modena.

Il problema, secondo l’Associazione, è reso ancora più grave dal fatto che questo obbligo è ancora sconosciuto alla stragrande maggioranza delle imprese. “Il rischio concreto – commenta Borri – è il sistema ad inizio 2019 si blocchi rendendo impossibile l’arrivo a destinazione delle fatture ed il relativo incasso”.

Attualmente CNA segue direttamente la fatturazione fiscale, oggi obbligatoria nei confronti della Pubblica Amministrazione – di circa 400 imprese, ma dal 2019 questo obbligo rischia di coinvolgerne almeno 7.500, tutte quelle che commerciano tra di loro. E stiamo parlando solo delle aziende associate a CNA. L’obbligo, infatti, sarà sicuramente relativo alle cosiddette fatture B2B, quindi fra tutte le transazioni commerciali tra imprese, mentre per le fatturazioni fra aziende e i privati mancano ancora alcuni elementi importanti, come la modalità di ricezione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

“CNA è pronta sin d’ora a supportare le imprese in questo servizio – sottolinea Borri – in particolare quelle più piccole e con un autonomia amministrativa limitata, aiutando anche le aziende in termini gestione grazie all’immediata disponibilità di dati, ma questi numeri spiegano perché sia giustificata la richiesta di un rinvio della scadenza fissata 1 gennaio 2019, con l’introduzione di un periodo di sperimentazione che permetta alle imprese di testare l’intero sistema”.

Sarebbe un primo passo verso una semplificazione concreta e condivisa che attualmente trova parecchie contraddizioni in numerose altre complicazioni e penalizzazioni che gravano sulle insieme. Pensiamo allo split payment, al reverse charge, alla ritenuta dell’8% sui bonifici relativi a spese per lavori edili, tutte operazioni costose sia dal punto di vista amministrativo che finanziario.