I carabinieri del nucleo ispettorato lavoro del capoluogo reggiano, inquadrati nell’ambito dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Reggio Emilia, hanno eseguito una mirata e minuziosa attività di controlli, riguardo ad aziende edili e tessili nonché attività commerciali reggiane, con il fine di contrastare le fattispecie correlate al caporalato, lavoro nero ed all’occupazione di manodopera clandestina. I risultati  emersi a seguito dei controlli dei carabinieri hanno portato ad accertare in un attività commerciale l’impiego in nero del 56% della forza lavoro (su 7 dipendenti 4 sono risultati irregolari) motivo per cui al titolare, un 45enne reggiano, i carabinieri contestato sanzioni amministrative per circa 8.000 euro, accertate omissioni contributive per svariate migliaia di euro ancora in fase di quantificazione, con il provvedimento di sospensione delle attività commerciale.

Un imprenditore con attività sempre a Reggio Emilia è stato denunciato alla Procura reggiana per aver installato presso le rispettive sedi aziendali impianti di videosorveglianza idonei al controllo a distanza dei lavoratori senza la prescritta autorizzazione in spregio alle norme sullo statuto dei lavoratori. Nei guai anche un imprenditore edile 55enne che i carabinieri del nucleo ispettorato lavoro di Reggio Emilia hanno denunciato alla Procura reggiana per uso di atto falso. Nel corso dei controlli i carabinieri hanno accertato che l’artigiano edile aveva presentato il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) falso. Infine sanzioni per oltre 1.000 euro sono state contestate ad altro imprenditore edile 55enne che è risultato non aver sottoposto alla prescritta visita medica preventiva i suoi dipendenti.  Nel caso dell’attività commerciale sottoposta a provvedimento di sospensione l’attività, questa è stata ripresa avendo il titolare provveduto al pagamento delle sanzioni amministrative a lui contestate oltre al fatto di aver avviato la regolarizzazione dei dipendenti trovati a lavorare in nero.