Mail esca per chiedere informazioni e aver un contatto presso il caseificio preso di mira, l’indirizzo dove spedire la merce e un contatto telefonico di due complici, poi l’ordine di una trentina di punte di parmigiano reggiano pagate con un apparente regolare bonifico come da copia inviata via mail al venditore. Alla consegna della merce è seguita la revoca del bonifico e la truffa è stata servita: il formaggio acquistato non è stato mai pagato.

In questo modo una truffatrice casertana, con alle spalle una sfilza di precedenti specifici in tema di truffe e con la compiacenza di due complici, ha raggirato un’azienda agricola reggiana acquistando una trentina di punte da un chilo di parmigiano reggiano per un importo di circa 400 euro che ha inteso saldare con un bonifico bancario rassicurando il venditore al quale ha inviato via mail la ricevuta dell’avventa operazione. Ricevuto la merce ha revocato il bonifico lasciando il conto da pagare. Un colpo che potrebbe essere la punta di un iceberg di un più ampio giro di truffe compiute in altri caseifici tra Reggio Emilia, Modena e Parma su cui ora si stanno concentrando le indagini dei carabinieri della stazione di Cavriago che hanno operato la denuncia dei tre truffatori.

I militari cavriaghesi, infatti, a conclusione delle relative indagini, con l’accusa di concorso in truffa hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia l’artefice del raggiro, una 32enne di Castel Volturno, e i suoi due complici di 36 e 39 anni entrambi di Mondragone (CE).