“L’accordo raggiunto ieri su Ilva è una buona notizia per Taranto e per il Paese. Merito delle parti e merito del Governo, va riconosciuto. Poco importa quanto di quel lavoro (tanto, per la verità) sia stato fatto dai predecessori, meriti e demeriti vanno assegnati a chi c’è e a chi, nel momento della necessità, risolve i problemi. Anche sapendo cambiare opinione, come in questo caso ha fatto il Ministro. In un Paese serio, peraltro, le politiche importanti procedono anche quando cambia il colore politico della maggioranza. Per la stessa ragione, però, dico al Governo che la gestione della crisi di Industria Italiana Autobus è inadeguata”.

E’ quanto afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che prosegue: “Sono passati dieci giorni da quando ho scritto al ministro Di Maio e ancora tutto tace. Abbiamo avanzato proposte per il presente e per il futuro, indicando cosa può fare la Regione, ma non abbiamo ricevuto alcun ritorno. Abbiamo chiesto al Ministro di convocare urgentemente il tavolo ma nulla è accaduto. Ieri, ormai esasperati, i lavoratori hanno manifestato al Ministero dello Sviluppo economico a Roma: sono ritornati con un generico impegno del ministero a convincere la proprietà a pagare gli stipendi”. Ma siccome “non abbiamo la possibilità di parlare al tavolo di crisi che non viene riconvocato, mi vedo costretto, mio malgrado, a dire pubblicamente cose che avrei preferito riferire al Ministro o discutere al tavolo”.

“Anzitutto- sottolinea Bonaccini- ribadisco quel che sanno anche i muri, a Bologna come ad Avellino: la società è priva di liquidità e senza un intervento straordinario – noi abbiamo suggerito un prestito ponte da parte del socio pubblico, ma ogni soluzione credibile ci sta bene – non solo non si pagheranno gli stipendi, ma resteranno bloccate tutte le forniture e salteranno le commesse. Che è esattamente quello che sta accadendo nel silenzio irresponsabile del Governo. La seconda è una domanda diretta: corrisponde al vero che sarebbe pronto da settimane un piano di salvataggio, che coinvolgerebbe tanto un soggetto privato quanto Invitalia, e che tale opzione sarebbe nella disponibilità del Ministro? Lo chiedo perché sta montando il sospetto tra i lavoratori che si stia giocando al massacro sulla loro pelle per abbassare gli oneri di acquisto. Anche per questo sarebbe bene che il Ministero informasse immediatamente le parti e le istituzioni delle disponibilità concrete raccolte, dei contorni dell’operazione e delle eventuali ricadute su produzione e occupazione”. “Come anticipato nei giorni scorsi- prosegue il presidente della Giunta regionale-, a differenza del Governo abbiamo poi fatto una ricognizione dei committenti pubblici nella nostra regione, e voglio essere più esplicito: se si assicura un minimo di liquidità finanziaria, il sistema regionale è in grado di sbloccare immediatamente commesse strategiche che possono portare nell’azienda pagamenti per oltre 1,6 milioni di euro, sufficienti a pagare gli stipendi dei lavoratori. Vorremmo però la certezza che questi soldi finiscano nelle tasche dei lavoratori e non delle banche, così come siamo interessati a vederci consegnare gli autobus acquistati e non vedere invece l’azienda precipitare in un fallimento che metterebbe in difficoltà l’intero trasporto pubblico locale regionale”.

“Non è mio costume intervenire in questi termini su vertenze così delicate- spiega il presidente della Regione- ma, in tutta onestà, è anche la prima volta da quando sono presidente che trovo una totale sordità e indisponibilità al confronto. La situazione sta precipitando e la responsabilità, in quel caso, sarà interamente del Governo. So bene che i problemi vengono da più lontano, ma come ho detto in premessa per Ilva, tocca sempre a chi c’è: Di Maio aveva assicurato a Bologna e ad Avellino che avrebbe sbloccato la situazione, se non lo farà avrà tradito il suo impegno e abbandonando centinaia di lavoratori e famiglie. Al contrario- chiude Bonaccini-, saremo i primi a dare una mano e a riconoscere il buon lavoro fatto. Il Ministro batta un colpo, una soluzione per l’ex Bredamenarini è ancora possibile”.