Vent’anni dopo “Italiani si diventa”, dove l’autore ripercorreva l’infanzia, l’adolescenza e la prima gioventù, domenica 9 dicembre alle 17.30 Beppe Severgnini porta a al BPER Forum Monzani di Modena “Italiani si rimane” (Solferino). Qui la sua collaudata ironia diventa autoironia, l’autobiografia diventa biografia di una generazione. Si tratta anche di un viaggio sentimentale e istruttivo: dalla scuola di Montanelli al Corriere della Sera, dal primo articolo per La Provincia di Cremona al New York Times, dai libri alla radio, da Twitter al teatro (entrambi utili, il secondo più moderno). In Italia e in Europa, in America e in Australia, in televisione e sui treni del mondo. In ogni esperienza si nasconde una lezione. Beppe Severgnini prova a capire qual è, e condivide con noi le sue scoperte. Una narrazione intima e sorprendente, una scrittura nuova e appassionata. “Italiani si rimane” non spiega solo le trasformazioni nei media a cavallo tra due secoli: parla del tempo che passa, del legame con la terra e la famiglia, del piacere di insegnare e veder crescere nuovi talenti alla direzione di 7 del Corriere della Sera.
Serenità, intuizione, occhio prensile: a Beppe Severgnini i dettagli non sfuggono. Il libro è un viaggio dentro il cambiamento: personale, professionale, nazionale. E alla fine l’autore dimostra una cosa: qualunque lavoro si faccia, e qualsiasi cosa succeda, italiani si rimane.

Beppe Severgnini (Crema, 1956) è direttore di 7 del Corriere della Sera e contributing opinion writer per il New York Times. Tutti i suoi libri sono bestseller, da Inglesi (1990) a Signori, si cambia (2015). La testa degli italiani (2005), tradotto in quindici lingue, è diventato un New York Times Bestseller. Da La vita è un viaggio (2014) ha tratto uno spettacolo teatrale, da lui stesso interpretato.