È una misura che in Emilia Romagna sostiene il boom dei birrifici artigianali che sono quasi quadruplicati dal 2010 ad oggi, passando da 24 a 117, con un incremento del 390 per cento. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna nell’esprimere apprezzamento per l’approvazione dell’emendamento che sostiene i birrai artigianali prevedendo una riduzione delle accise del 40% per chi produce fino a 10mila ettolitri l’anno. A spingere la nascita di nuove attività è un consumo che – spiega Coldiretti regionale – è diventato negli anni sempre più raffinato. In Emilia Romagna – informa Coldiretti sulla base dei dati dell’osservatorio regionale del Commercio – la birra viene consumata soprattutto a cena ed è preferita dal 33,4 per cento dei consumatori, subito dopo vino (40%), ma prima di quelli che bevono bevande analcoliche (13,2%) o solo acqua (10,1%). A pranzo invece solo il 21,8% beve birra, il 41,4% beve vino, il 17,4% bevande analcoliche e il 17,2% solo acqua.

Oltre a contribuire all’economia, la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che – afferma la Coldiretti – vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Stanno nascendo anche nuove figure professionali – continua Coldiretti – come il “sommelier delle birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite opportune tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali delle diverse tipologie di birra con primi piatti, carne o pesce e anche con i dolci. La birra è sempre più bevanda di degustazione con richiami al territorio e al Made in Italy, due caratteristiche evocate, non sempre a proposito – conclude la Coldiretti – da etichette e pubblicità anche dai grandi marchi industriali.