foto: Google Maps

I Consiglieri Comunali di “Articolo UNO-Mdp” di Formigine si dissociano apertamente dalla scelta di costruire altri parcheggi, da 12 a 20, in pieno centro storico, in Piazza della Repubblica, dietro al monumento ai Caduti.

“In più occasioni abbiamo comunicato la nostra contrarietà, o proposto altre soluzioni meno impattanti come il parcheggio nei pressi dell’edificio Tina Henssler, ad una scelta che appare illogica rispetto alle necessità ambientali, e quindi di salute e di qualità della vita, di diminuire l’uso del mezzo privato e di privilegiare la mobilità dolce ciclo-pedonale. Ma non ci sono solo ragioni ambientali dietro il nostro dissenso: al netto delle disponibilità economiche dei formiginesi, della avanzata del commercio online è ampiamente dimostrato che le pedonalizzazioni sono associate ad un aumento della frequentazione e della propensione all’acquisto e consumo, soprattutto per i piccoli esercizi. Insomma non serve e non conviene ai formiginesi e non serve ai commercianti che giustamente chiedono di “lavorare” in tempi economici difficili. La scelta da fare era piuttosto di segno contrario: eliminare anche quelli attualmente presenti nella nostra bella Piazza della Repubblica, pedonalizzandola.
Cambiamenti climatici da emissioni inquinanti, qualità dell’aria e salute, socialità nelle aree di maggior pregio e bellezza della nostra comunità, come appunto il centro storico, come dimostrano tutte le politiche pubbliche della sosta nelle più avanzate città europee, si contrastano con scelte nel segno della discontinuità rispetto ad un passato “auto-centrico”.
E’ necessaria una svolta! Le risposte non possono essere quelle del passato. Le politiche pubbliche e i comportamenti privati devono cambiare nel senso della sostenibilità e della maggiore qualità della vita. Pedonalizzazioni, ciclabili, Trasporto Pubblico Locale con mezzi non inquinanti, “ferro” e “zone 30” sono il futuro della mobilità, comunale e intercomunale, soprattutto verso la città, a cui tendere e per la quale ci batteremo”.

(Ivan Alboresi – Claudio Tamburini)