Reggio Emilia si riconferma tra le città “smart” della regione, aggiudicandosi il premio nella categoria di riferimento (comuni capoluogo) “per l’orientamento innovativo e ad ampio spettro della mobilità e sviluppo sostenibile del territorio” nell’ambito di SmartER RACE, il premio per le città “smart”, un riconoscimento che la regione Emilia – Romagna, tra le più digitalizzate d’Italia, ha conferito alle comunità che maggiormente si sono distinte per l’innovazione digitale. La premiazione è avvenuta questa mattina nella sala gremita dell’Opificio Golinelli di Bologna: a ritirare il premio è stata l’assessore all’Agenda digitale Valeria Montanari.

“Siamo molto soddisfatti di questo premio – ha detto l’assessore Valeria Montanari – che è merito di un lavoro di squadra sui temi dell’agenda digitale e della smart city. È un riconoscimento importante che dimostra come i risultati positivi che Reggio Emilia sta raccogliendo oggi sul tema dell’innovazione digitale non riguardano solo l’infrastrutturazione, ma soprattutto la comunità digitale. La gemmazione del progetto Coviolo wireless nelle frazioni di Fogliano e Massenzatico ne è un esempio lampante, che attesta il valore di un digitale dei cittadini fatto con i cittadini”.

A premiare i rappresentanti delle comunità l’assessore Raffaele Donini. “Siamo in gara per portare tutto il territorio a competere con le aree più evolute d’Europa – ha affermato – “SmartER” individua le aree su cui investire e quelle in cui ci sono maggiori differenze. Nei prossimi anni continueremo a lavorare per garantire banda ultra larga su tutto il territorio (entro il 2019 oltre cento cantieri in cento comuni), aumentare i punti Wi-Fi ad accesso libero e gratuito (oggi sono 6700), le competenze digitali per giovani ed adulti dovranno essere la priorità di intervento come anche la semplicità nell’accesso ai servizi pubblici. Un futuro possibile se si lavora insieme come comunità regionale”

L’indagine, promossa dalla Regione Emilia -Romagna e dall’Agenda Digitale in collaborazione con Ervet, EY e Lepida e con il patrocinio di Anci Emilia – Romagna, è nata con l’obiettivo di favorire e misurare la progressione verso l’obiettivo di portare il territorio al 100% di digitale con zero differenze tra luoghi, persone e città. Ad essere premiati, infatti, 3 Unioni di Comuni e 16 Comuni (sui 331 misurati nel 2018) che hanno maggiormente contribuito alla diffusione digitale sul territorio, suddivisi in 6 categorie, in base al punteggio più alto secondo SmartER, un indice sintetico di misurazione della “smartness” del territorio.

L’indice SmartER è elaborato sulla base di 131 indicatori, con lo scopo di valorizzare le strategie e le azioni di tutto il territorio indirizzate all’obiettivo di coniugare innovazione tecnologica con sostenibilità ambientale e collaborazione civica. Marco Mena, che per EY cura lo Smart City Index ed ha supportato la Regione nella rilettura per strati degli indicatori di SmartER, commenta: “Abbiamo rielaborato per l’occasione gli oltre 480 indicatori dello Smart City Index 2018 di EY, secondo una vista regionale. E abbiamo evidenziato che l’Emilia-Romagna è al primo posto, tra le regioni italiane, per il livello di smartness raggiunto dalle sue città e si posiziona davanti alla Lombardia e all’Umbria. L’Emilia-Romagna emerge nella sensoristica, nella delivery platform, nei servizi e nella vision & strategia, mentre nelle infrastrutture è seconda solo alla Lombardia. La regione risulta invece più debole in tema Smart Citizen e Smart Economy: i risultati indicano che occorre lavorare in particolare sulla riduzione dell’inquinamento e l’incentivazione delle PMI innovative e delle startup”.

“L’Agenda Digitale dell’Emilia Romagna allarga il suo campo di azione e individua attraverso SmartER le priorità del prossimo futuro, prima fra tutti quella delle competenze e del capitale umano – ha dichiarato Dimitri Tartari, Coordinamento Agenda Digitale Emilia-Romagna – Con SmartER abbiamo a disposizione oltre 130 indicatori per ognuno degli oltre trecento comuni della regione, un enorme mole di informazioni che diventano patrimonio dell’intera comunità delle amministrazioni regionali”.