I militari del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Bologna, su disposizione del GIP del Tribunale di Bologna Dott. Sandro Pecorella, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di due complessi aziendali, di un immobile e di svariate autovetture, del valore complessivamente stimato di oltre 20 milioni di euro, in quanto oggetto di un’ingente bancarotta di cui si sono rese, a vario titolo, responsabili n. 6 persone.

In particolare, l’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore Dott.ssa Michela Guidi e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, ha tratto origine dall’approfondimento investigativo delle vicende societarie che hanno coinvolto una storica azienda con sede a Budrio, operante nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti ittici e che, nell’ottobre dello scorso anno, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna.
Gli accertamenti immediati hanno evidenziato come la società felsinea sia stata oggetto di opache vicende gestionali che, oltre ad averne determinato il dissesto, hanno pregiudicato l’attività di gestione dello stesso curatore fallimentare e, quindi, degli interessi dei creditori.

L’azienda, una S.R.L., che già da qualche anno versava in uno stato di criticità finanziaria – spiega una nota delle fiamme gialle –  è stata “materialmente” depredata dai soggetti indagati che, ancor prima della sentenza di fallimento e senza alcun atto formale e alcun corrispettivo, hanno di fatto fraudolentemente trasferito l’intero patrimonio aziendale della società costituito da beni strumentali, crediti, avviamento, magazzino, logo e personale dipendente, in capo ad un nuovo soggetto giuridico. In sostanza, gli indagati si sono dapprima impossessati dei locali in precedenza nella disponibilità dell’azienda felsinea con il subentro nel contratto di affitto e successivamente hanno in concreto operato in sostituzione della stessa, appropriandosi della denominazione, dei mezzi, del personale e della clientela.
Si aggiunga poi che la società bolognese è stata anche utilizzata per la realizzazione di ulteriori operazioni fraudolente, che hanno consentito la creazione di ingenti crediti IVA inesistenti, pari a oltre sei milioni di euro dei quali circa un milione e settecentomila euro risultano essere già stati illecitamente “portati all’incasso” a danno dell’erario. Ciò è stato reso possibile con il conferimento nella S.R.L. di un immobile sito a Magliano dei Marsi, del valore stimato di 17 milioni di euro, subito dopo distratto a favore di una società fantasma senza corresponsione di alcuna somma di denaro.

I protagonisti delle citate condotte penali, residenti tra Bologna, Pescara e Padova, sono in
queste ore oggetto anche di perquisizioni domiciliari disposte dall’Autorità Giudiziaria, così come numerose società coinvolte finite nel mirino degli investigatori.
L’operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza, sotto la guida dell’A.G. e in sinergia con
l’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Entrate di Bologna per la parte dei crediti tributari fittizi,
s’inquadra nelle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi e insidiosi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.