L’obiettivo è potenziare le azioni in materia di turismo in funzione dei positivi e costanti tassi di crescita registrati in questi anni, presentando proposte in merito a identità turistica; offerta, prodotti, ricettività, target e mercati; governance; marketing e comunicazione integrata. È stato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ad aprire i lavori del convegno “Modena e Provincia: il turismo è realtà. Analisi, tendenze e progetti”, che si è svolto mercoledì 13 marzo al Teatro San Carlo di Modena. “Anche se siamo a una tappa e non al traguardo – ha detto -, come dice il titolo di questo convegno, oggi per Modena e provincia ‘il turismo è realtà’. Contrariamente a quanto ci sentivamo dire, sapevamo di essere un territorio con grandissime potenzialità, e che, col concorso di tanti di voi qui oggi, si potevano raggiungere obiettivi importanti. E la chiave, che emerge con chiarezza è che dobbiamo presentarci all’Italia e al mondo come sistema”.

Il convegno modenese è partito dai risultati ottenuti con le azioni intraprese da enti, istituzioni e privati, per condividere nuove linee strategiche da sviluppare, con tutti gli attori locali pubblici e privati dei settori turismo, cultura, economia, formazione, che a vario titolo sono coinvolti e interessati allo sviluppo turistico del territorio.

“Alla base di quel che stiamo vedendo ci sono tanti operatori privati, che ringrazio profondamente – ha detto l’assessora Ludovica Carla Ferrari – la progettualità istituzionale e la capacità di intercettare flussi nazionali positivi con proposte turistiche autentiche e competitive. Che Modena sia una splendida città turistica, al centro di un territorio tutto da visitare, non è più un’aspirazione, ma una realtà fatta di dati, fatturato e della crescita di imprese dedicate. Questo momento è dedicato all’approfondimento, fra ciò che è stato fatto fin qui e nuovi progetti che entreranno nel primo Piano per Modena Città Turistica”.

Nel corso della mattinata, tra i discorsi istituzionali (oltre al sindaco, il presidente Cciaa Molinari, quello di Fondazione CrMo Cavicchioli, l’assessora al Turismo Ferrari, il segretario generale di Unioncamere regionale Pasini) e la successiva tavola rotonda con gli esperti, è stata presentata un’indagine commissionata dalla Camera di Commercio all’agenzia Mailander.

I lavori che hanno portato al convegno, infatti, sono iniziati a luglio 2018 con un’analisi durata alcuni mesi, che ha evidenziato i punti di forza e di debolezza del territorio – in termini di governance, prodotti turistici e comunicazione – oltre al contesto generale dell’offerta e del sistema turistico locale. I punti di forza sono noti – motori, enogastronomia, cultura, turismo verde/attivo, montagna invernale, lirica – e offrono ulteriori opportunità legate anche ad eventi annuali di qualità (il prossimo Motor Valley Fest può esserne un esempio). I punti di debolezza sono invece collegati alle cosiddette “minacce” per lo sviluppo ulteriore: campanilismo, governance, mentalità slegata dalla logica di sistema.

Partendo dai risultati, si sta lavorando a un piano di marketing strategico del turismo del territorio modenese, commissionato dal Comune di Modena con la collaborazione della Camera di Commercio e Fondazione Cassa di risparmio di Modena, che si concluderà nei prossimi mesi. In attesa del piano vero e proprio, dall’analisi sul territorio sono emerse indicazioni da parte della maggioranza degli stakeholder. Nel medio-lungo termine, si evince dallo studio, sarà necessario lavorare sulla cultura del cambiamento di mentalità negli operatori del mondo turistico locale, e la città di Modena dovrebbe potenziare il ruolo di hub a livello provinciale, con un ruolo di coordinamento sia sul territorio sia con Bologna. In termini tecnici ci si dovrebbe dotare di una “Dmo” (Destination management organization), che diventi il Visitor & Convention Bureau di Modena e provincia, con compiti sia di accoglienza sia di marketing e promo-commercializzazione, partecipata da tutti gli attori coinvolti, organizzata in maniera professionale, che venga riconosciuta da tutto il territorio.

Le strategie dovrebbero essere indicate dagli stakeholder sulla base anche di input operativi della Dmo stessa, in modo da definire il processo turistico e poter definire tempistiche, elementi necessari alla buona riuscita, e attori da coinvolgere.