Un viaggio virtuale alla scoperta delle Sale storiche del Palazzo comunale e una visione, ancora più suggestiva, di ciò che si potrebbe scoprire visitando il sottotetto della sala del Consiglio comunale e la sala della Macchina cronometrica del 1867, l’orologio che segna il tempo su Piazza Grande. È l’omaggio a Modena presentato in occasione dell’inaugurazione, nella sede di via Buon Pastore 43, del Laboratorio Urbano Aperto della città, la struttura dedicata alle azioni di sperimentazione e innovazione tecnologica nei settori cultura, spettacolo e creatività che è stata realizzata nell’ex centrale Aem del comparto Amcm dopo l’intervento di riqualificazione.

Le immagini del Palazzo municipale rappresentano il prototipo di un prodotto per la fruizione del patrimonio culturale che rientra tra le iniziative che potranno essere sviluppate dal Laboratorio tra i cui obiettivi c’è proprio la valorizzazione del patrimonio storico e artistico cittadino insieme alla crescita di un ecosistema innovativo di imprese creative del territorio. In questa chiave la struttura deve facilitare l’incontro tra domanda e offerta di soluzioni tecnologiche negli ambiti di intervento, appunto, della cultura, dello spettacolo e della creatività, oltre a offrire al pubblico, con un’apertura quotidiana sette giorni su sette, opportunità di informazione, educazione e intrattenimento su questi temi. Il Laboratorio Aperto, infatti, è accessibile dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18, alla domenica dalle 9.30 alle 13.30. Oltre alle aperture serali per iniziative ed eventi. Per informazioni: www.luamodena.it.

All’inaugurazione di mercoledì 20 marzo sono interventi il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, insieme all’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza e all’assessora a Smart City e Turismo Ludovica Carla Ferrari, e Morena Diazzi, direttore generale Economia della conoscenza, lavoro e impresa della Regione Emilia-Romagna. La struttura, infatti, fa parte della rete regionali dei Laboratori aperti e per l’intervento il Comune ha ottenuto un cofinanziamento di circa tre milioni di euro del Por Fesr della Regione Emilia-Romagna, Asse 6 “Città attrattive e partecipate”. Il funzionamento del Laboratorio è stato illustrato da Fabio Sgaragli, Head of Innovation della Fondazione Giacomo Brodolini che guida il raggruppamento di imprese selezionato per gestire la struttura. Con lui anche due rappresentanti dell’advisory board del Laboratorio: Vittorio Iervese (Dipartimento di Studi linguistici e culturali e del Centro interdipartimentale Digital Humanities di Unimore) e Bernardo Balboni (responsabile del Contamination Lab di Unimore).

Tra i prodotti innovativi che il Laboratorio realizzerà nei prossimi anni, in collaborazione con partner locali, ci sono soluzioni di realtà aumentata e “wearable” per una migliore fruizione di beni culturali (tra le ipotesi anche un’area infopoint nel centro cittadino e applicazioni per dispositivi mobili), la progettazione di una scenografia interamente virtuale (con applicazioni innovative per i teatri e videomapping per spettacoli), un sistema innovativo integrato per la realizzazione di scenografie teatrali tradizionali.

In cantiere anche analisi di fattibilità per progetti di promozione dei beni culturali e per la valutazione del gradimento del fabbisogno culturale; soluzioni di tutela, sicurezza e salvaguardia del patrimonio culturale; la progettazione di un laboratorio di sound design. E in maggio il Laboratorio ospiterà la sezione del Motor Valley Festa dedicata all’innovazione.

Tra le attività che propone il Laboratorio c’è lo spazio tecnologico del Lab Space, a cura di Ett spa come socio e per conto della Rti soggetto gestore, dove è possibile diventare protagonisti di avventure inimmaginabili grazie a esperienze immersive in realtà virtuale. Si può scendere negli abissi marini su sedute dinamiche che accompagnano l’esperienza virtuale con movimenti ed effetti coinvolgenti, camminare in bilico su una balaustra o in una scenografia virtuale, provare l’emozione di un viaggio all’interno di un’astronave: sono solo alcune delle esperienze che esaltano le potenzialità della realtà aumentata e virtuale applicata ai più diversi settori, dall’industria all’edutainment, dal turismo all’architettura fino allo spettacolo. Il Lab Space è aperto al pubblico e utilizzabile dagli operatori culturali, scolastici, universitari, associativi.

Come spiegano gli organizzatori, grazie alle visite esperienziali e all’apprendimento digitale e tramite corsi di formazione e workshop per prototipazione e progettazione, il Lab Space renderà fruibili le tecnologie per l’intrattenimento e l’industria, consentendo l’incremento di moderne competenze e la creazione di nuove professionalità, sempre più richieste dal mercato.