“Migliorare la qualità dell’ambiente, la vivibilità della città ed aumentare la sicurezza stradale. Favorendo il passaggio, dall’uso generalizzato dell’auto privata, alla mobilità dolce, ciclabile e pedonale. Obiettivi che in linea di massima Confesercenti Area Modena, condivide.” Così Mauro Salvatori, presidente dell’Associazione imprenditoriale per l’area di Modena, in riferimento alla pedonalizzazione del centro storico.

“Segnale – riprende – importante che va nella direzione dell’opportuna e completa pedonalizzazione del cuore cittadino, come già indicato precedentemente anche nei dieci punti che abbiamo formulato e rivolti ai candidati sindaco. Quando abbiamo posto l’attenzione, sulla necessità di affrontare, per quanto riguarda le imprese che operano nel centro, la questione del rifornimento delle attività attraverso l’ausilio di mezzi elettrici; l’ampliamento della rete delle colonnine dedite alla ricarica energetica; l’opportunità di favorire il cambio dei mezzi in dotazione agli esercenti nell’area del centro e nelle vie attigue, introducendo incentivi, oltre a quelli previsti dalla Regione, per mezzi elettrici o ibridi. Col fine di favorire un tipo di mobilità sostenibile con benefici su salute e qualità dell’aria. Questa riteniamo sia la direzione da intraprendere: come del resto già fatta propria dalle più importanti città europee e non solo. Rotta per altro obbligata, tenuto conto dei cambiamenti ambientali in atto sui cui, anche il mondo dell’impresa – non solo del mondo ambientalista – è chiamato a fare la sua parte. E in modo non superficiale dato che è in discussione oltre alla salute degli individui c’è anche l’equilibrio del sistema.”

“Per queste ragioni – tiene a precisare Salvatori – il consiglio dell’Area di Modena ha promosso un primo incontro per il 9 aprile prossimo, con l’Assessore all’Ambiente Alessandra Filippi. Per acquisire più nel dettaglio, gli orientamenti dell’amministrazione comunale sul piano urbano della mobilità sostenibile e per aprire un confronto che veda la partecipazione anche del mondo delle piccole e medie imprese che rappresentiamo in un’ottica di condivisione. Ma anche della necessaria gradualità con cui occorre procedere al fine di evitare fratture tra istituzioni ed Associazioni. Siamo consapevoli del ritardo, soprattutto culturale col quale il mondo delle MPMI si approccia al problema. Ragione per cui è indispensabile attivare più confronti di merito finalizzati, ad acquisire su ogni singolo aspetto del PMUS, posizioni il più possibile condivise”, conclude Salvatori.