Un tormentato rapporto tra una madre e un figlio, interpretato da due attori come Anna Foglietta e Giampiero De Concilio che si confrontano con un’intensità davvero fuori dal comune delineando due caratteri credibili dalla prima all’ultima scena  Con la proiezione ad ingresso gratuito di “Un giorno all’improvviso” opera prima – ultima delle sei in rassegna quest’anno alla manifestazione – diretta dal regista campano classe 1986 Ciro D’Emilio, si concludono domani sabato 4 maggio alle ore 21.00 gli appuntamenti ufficiali della rassegna serale alla Sala Cinema Massimo Troisi di Nonantola nell’ambito della tredicesima edizione del Nonantola Film Festival, organizzato dall’omonima associazione affiliata Arci. Sullo schermo assieme a Foglietta e De Concilio, anche Massimo De Matteo, Lorenzo Sarcinelli, Biagio Forestieri, Giuseppe Cirillo, Fabio De Caro, Franco Pinelli e Alessandra Quaratino. Il regista incontrerà il pubblico in sala alla fine della proiezione.

Il film è stato presentato in concorso nella sezione ‘Orizzonti’ alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2018, dove ha vinto il Premio di Critica Sociale – Sorriso Diverso; vincitore tra gli altri del Premio Nuovo Imaie a Giampiero De Concilio, del Premio FICE Attrice dell’Anno ad Anna Foglietta, del Prix CICAE all’Annecy Cinema Italien, e vincitore del concorso Rivelazioni dell’XI edizione Del Festival Piccolo Grande Cinema di Milano..

Antonio ha diciassette anni e un sogno: essere un calciatore in una grande squadra. Vive in una piccola cittadina di una provincia campana, una terra in cui cavarsela non è sempre così facile. A rendere ancora più complessa la situazione c’è la bellissima Miriam, una madre dolce ma fortemente problematica che lui ama più di ogni altra persona al mondo. Inoltre Carlo, il padre di Antonio, li ha abbandonati quando lui era molto piccolo e Miriam è ossessionata dall’idea di ricostruire la sua famiglia.

 

Note di Regia

“Quando ho deciso di realizzare “Un giorno all’improvviso” volevo una storia priva di compromessi, radicale, estrema. Raccontare il tema dell’abbandono dell’adolescenza attraverso una storia d’amore tra un figlio e una madre mi ha permesso di rendere tutto più concreto, visibile, tangibile. La scelta ardua è stata quella di abolire ogni possibile punto di vista diverso da quello del protagonista, Antonio. Attraverso la messa in scena e la scelta fotografica ho voluto estremizzare questo concetto lasciando i personaggi sempre in risalto rispetto all’ambiente che li circonda. Antonio e noi di conseguenza, viviamo e crediamo a tutto quello che accade e accettiamo tutto quello che gli (ci) succede, dimenticando quasi ogni volta che da soli è dura farcela senza prendere delle sonore batoste. Perché un giorno, all’improvviso, la vita ti si rovescia contro. I film che hanno ispirato la scrittura della sceneggiatura (e che sono stati un punto di riferimento per la regia del film) sono principalmente: “Sweet Sixteen” (2002, K. Loach), dove il sedicenne Liam sogna una famiglia unita e una vita dignitosa. Volti veri, netti e un costante viaggio nell’universo del protagonista; “La Schivata” (2003, A. Kechiche), che sullo sfondo di una banlieue parigina mostra la difficile storia d’amore tra due adolescenti. Recitazione spontanea e ambientazione di periferia, oltre che un utilizzo eccelso della camera coinvolta; “L’Enfant” (2009, J.P & L. Dardenne), dove Bruno e Sonia, giovanissimi, devono gestire un bambino appena nato. Supremo nelle ambientazioni, tanto crudele quanto realistico; “Guida per riconoscere i tuoi santi” (2007, D. Montiel), opera prima di Dito Montiel alle prese con i drammatici eventi autobiografici dell’estate del 1986. Grazie anche a un linguaggio visivo pieno di sporcature e a un utilizzo filologico dei dialetti, il racconto ci arriva carico di poesia e dolore.” Ciro D’Emilio

Con il capolavoro vintage “La Spada nella Roccia” si conclude Cinekids

E domani ultima proiezione anche per la rassegna per ragazzi ‘Cinekids’: alle ore 16.30 è in cartellone un capolavoro targato Disney del 1963, ovvero “La Spada nella Roccia” diretto da Wolfgang Reitherman. Secondo le leggende del ciclo bretone, re Artù scoprì d’essere l’erede legittimo al trono d’Inghilterra quando estrasse senza difficoltà una spada magica piantata nella roccia dal mago Merlino. Questo divertente film della Walt Disney riprende la favola raccontando con accenti umoristici la giovinezza di Artù.