Per il terzo anno consecutivo l’Università di Bologna migliora la propria posizione nel QS World University Rankings, una delle più note e prestigiose classifiche universitarie a livello internazionale. Nell’edizione 2020 del ranking, pubblicata oggi, l’Ateneo bolognese guadagna tre posizioni rispetto allo scorso anno e raggiunge così il posto numero 177 nella classifica mondiale. Dal 2017 ad oggi l’Università di Bologna ha scalato 31 posizioni.

L’Alma Mater si conferma quindi nella top 200 del ranking e, considerando che nel mondo esistono circa 26 mila università, nell’1% dei migliori atenei a livello globale.

Andando a guardare i parametri che compongono la classifica, l’Università di Bologna ottiene ottimi risultati in particolare nella “Academic Reputation”: uno degli indicatori di maggior peso del ranking (compone il 40% della valutazione finale), basato sulle opinioni di oltre 94 mila universitari, che vede l’Alma Mater raggiungere la posizione numero 74 a livello mondiale. Risultati di rilievo arrivano anche dagli indicatori “Employer Reputation”, basato sulle opinioni delle imprese che ospitano laureati Unibo, e “Citations per Faculty”, che misura l’impatto dei risultati di ricerca nati all’Alma Mater.

“Anche se i ranking sono strumenti semplificati che non riescono a restituire a pieno la complessità di un ateneo, si tratta di un risultato che mi fa molto piacere”, dichiara il Rettore Francesco Ubertini. “In particolare, voglio sottolineare il 74esimo posto a livello mondiale per la reputazione accademica: rispetto alle università presenti nelle prime posizioni del ranking, infatti, l’Università di Bologna ha circa il doppio degli studenti e la metà dei docenti”.

Il QS World University Rankings è una delle più note classifiche universitarie mondiali, consultata ogni anno da decine di milioni di studenti. Il ranking si basa su una ricerca rigorosa che include le opinioni di 94.000 docenti, accademici e ricercatori e di 44.000 manager e direttori delle risorse umane; comprende l’analisi di 11,8 milioni di pubblicazioni scientifiche, di 100 milioni di citazioni e i dati sulla distribuzione di 23 milioni di studenti e di circa 2 milioni di docenti e ricercatori.