L’ Emilia Romagna e’ ricca di
tesori artistici: alcuni di proprieta’ privata, ma generosamente
donati o ”prestati” al pubblico perche’ tutti ne possano
trarre beneficio, e altri di proprieta’ comunale che pero’,
talvolta, sono lasciati ad ammuffire nei magazzini. Questo non
e’ sicuramente il caso del comune di Sassuolo, che ha restituito
ai suoi cittadini e agli altri visitatori, una collezione di
ceramiche di grande pregio.

E’ la ”Vistarino”, di proprietà
del comune dal 1991, che e’ stata collocata per l’occasione nel
Centro di Documentazione dell’ Industria Italiana delle
Piastrelle di Ceramica, nella Palazzina della Casiglia sede di
”Assopiastrelle”, viale Monte Santo. L’ esposizione permanente
offre la possibilita’ di vedere circa cinquanta esemplari che, a
parte alcuni di produzione veneta, sono tutti sassolesi e
databili fra la seconda meta’ del Settecento e la prima meta’
dell’Ottocento. L’ anno ufficiale di nascita della ceramica
sassolese risale al 1741, quando un gruppo di imprenditori
costitui’ una fabbrica per la produzione della maiolica, nel
borgo cittadino, lungo il Canale di Modena. Giovanni Maria
Dallari, il Conte Ferrari Moreni, Giovanni Maria Rubbiani e i
figli Carlo e Don Antonio sono gli imprenditori che, nel
Settecento e nell’ Ottocento impressero alla manifattura
ceramica importanti svolte produttive. Ai fratelli Rubbiani va
il merito di aver messo a punto la tecnologia per la produzione
delle piastrelle ceramiche da rivestimenti, tanto che le
piastrelle attuali sono ancora il risultato industriale della
tradizione ceramica che fece emergere Sassuolo rispetto alle
altre citta’ del ducato estense.
Restando nel Modenese, il Museo Civico d’Arte del capoluogo,
che propone fino al 21 ottobre ”Intrecci d’arte al Museo.
Mostra d’arte contemporanea”. Le sale del Palazzo dei Musei, in
piazza S. Agostino 337, ospitano una delle piu’ importanti
raccolte di manufatti tessili: la Collezione Gandini. L’
iniziata, sebbene importantissima sotto il profilo museologico e
museografico, e’ sicuramente non facile da capire e da
apprezzare per un pubblico di non specialisti, perche’ nata in
un clima culturale molto differente da quello odierno, per
servire un repertorio di modelli destinato all’ artigianato e
all’industria di fine Ottocento. La mostra, infatti, in qualche
modo riassume il lavoro svolto negli ultimi anni su un settore
specifico della collezione Gandini: il percorso di visita
illustra la sezione dei pizzi, dei ricami e delle passamanerie,
il cui allestimento e’ stato inaugurato nel dicembre scorso. L’
importanza di quest’ ultima sezione e’ tale che ne e’ stato
previsto un catalogo in stampa il prossimo autunno.
A Bologna e’ in svolgimento, fino al 30 ottobre, ”Feste e
vita ebraica”. Il Museo Ebraico, in via Valdonica ospita la
mostra, che si propone di far conoscere al grande pubblico sette
opere pittoriche di grandi dimensioni inedite del maestro
Emanuele Luzzati, di proprietà del Museo Ebrico di Bologna.
Sempre a Bologna, alla Galleria Marabini, via Nosadella 45,
e’ in programma fino al 31 ottobre, “Mahakumbhemela – Armin
Linke”. Il progetto scaturisce dal percorso naturale di un
ricerca sviluppatasi nel corso di due anni di successivi viaggi
intorno al mondo. L’ eredita’ dei viaggi e’ stata la produzione
una serie di opere fotografiche ”panoramiche”, volte a sondare
l’ impatto umano con l’ambiente e il territorio circostante.