Sono state depositate le
motivazioni della sentenza della Corte d’appello di Bologna sul
giro di presunti pedofili della Bassa modenese: l’ 11 luglio
scorso i giudici hanno assolto 8 dei 15 imputati dall’ accusa di
sequestro di persona e di violenza sessuale, e hanno ridotto le
pene per i 7 condannati. Dai 157 anni complessivi delle condanne
di primo grado, si e’ passati a 40 anni. Sono stati confermati
gli abusi commessi in famiglia nei confronti di alcuni bambini,
ma e’ caduta l’accusa di violenze e riti satanici nei cimiteri.

Il verdetto d’appello e’ stato interpretato anche come una
riabilitazione di don Giorgio Govoni, il parroco di Staggia
(Modena) che era stato indicato come uno dei ‘capi’ del giro di
pedofili satanisti, e che mori’ per infarto pochi giorni prima
della sentenza di primo grado. Per lui i giudici modenesi
avevano dichiarato il non luogo a procedere ‘per morte del reo’.
Nelle 200 pagine della motivazione, il caso di don Govoni
viene affrontato solo in poche righe: ”La sua posizione non
puo’ legalmente prendersi in esame”, hanno scritto i giudici
d’appello. In sostanza, nel dispositivo di primo grado i giudici
non avrebbero dovuto tener conto della posizione di un
imputato deceduto e quindi non avrebbero dovuto scrivere quella
parola, ”reo”, che scateno’ polemiche e fece pensare a un’
ipotesi di colpevolezza per il sacerdote. A parere dei giudici
d’appello, non esistono prove su eventuali riti satanici
avvenuti nella Bassa modenese: le testimonianze dei
bambini potrebbero essere frutto di un’ influenza ambientale,
una sorta di condizionamento generale, avvenuto nei piccoli
paesi di residenza dei bimbi. In questo modo, e’ venuto a cadere
tutto il castello accusatorio su cui si baso’ gran
parte della tormentata inchiesta: gli unici abusi sessuali
sarebbero quelli avvenuti nell’ambito delle famiglie.