Il Teatro Carani di Sassuolo inaugura questa sera, alle ore 21:00, la stagione teatrale 2001/2002: si mette in scena la commedia “E’ ricca, la sposo e l’ammazzo” di Mario Scaletta , per la regia di Sergio Japino, con Gianfranco d’Angelo, Laura Lattuada e Aldo Ralli.
L’appuntamento con il teatro rinnova, anche quest’anno, una tradizione che affonda le radici nella storia della nostra cittadina.


Fin dal XVII secolo è esistita a Sassuolo una vivace attività teatrale, facente capo alla corte estense. Esisteva infatti, al tempo, una tradizione di spettacoli e feste scenografiche tese alla glorificazione del potere. Mancando un locale apposito, si usava montare teatri provvisori nella piazza antistante il Palazzo Ducale.

Solo nel 1696, in seguito alle insistenze dei giovani dilettanti sassolesi e a causa delle esigenze della corte che volentieri assisteva a spettacoli teatrali, si inaugurò il primo teatro civico. Il teatro non venne costruito dalle fondamenta, ma fu ricavato, su progetto dell’architetto Antonio Paltrinieri, dalla trasformazione della vecchia casa del signor Antonio Giordani, situata tra Via Clelia, la torre dell’orologio e la piazza.

Nel 1773 Francesco III invitò le autorità locali a costruire un nuovo teatro, più ampio ed elegante, che si adeguasse al rinnovamento edilizio allora in atto a Sassuolo e che fosse più consono alla dignità della corte ducale e dei suoi ospiti. Nei due anni successivi, su progetto dell’ingegnere ducale Ludovico Bolognini, si ricostruì il vecchio teatro, mantenendone però i muri esterni. Il nuovo teatro fu inaugurato dalla corte nel 1775.

Nel 1905 le autorità del paese decisero di demolire il vecchio teatro, ritenuto pericolante, e di costruirne uno nuovo in un’area fuori dal centro. Il nuovo teatro, chiamato Politeama Sociale, fu inaugurato nel 1912. Per 20 anni svolse un’importante funzione sociale e ricreativa, ma con l’andare del tempo il locale si dimostrò troppo angusto.

Grazie all’iniziativa di due imprenditori sassolesi, il comm. Eugenio Carani e il comm. Mario Carani, la sera di Natale del 1930 venne inaugurato il Teatro Carani. Il nuovo teatro, progettato dall’ingegnere Zeno Carani, fu dotato di un ottimo palcoscenico, di una grande platea e di due vaste gallerie per 1.600 posti a sedere complessivi. La sua notevole capienza poteva apparire una pretesa spropositata per un paese che allora contava 10.000 abitanti, ma il tempo ha dato ragione all’intraprendenza dei due industriali. Negli anni, infatti, il Teatro Carani ha svolto un’importante funzione di promozione e diffusione dell’arte, della cultura e della musica. Il teatro ha conosciuto un’intensa attività cinematografica e ha ospitato opere liriche, spettacoli di prosa, balletti, concerti, operette, riviste e commedie musicali. Sono numerose inoltre le personalità che negli anni sono salite sul palco del Teatro Carani: potremo farcene un’idea osservando le foto dedicatorie poste nell’atrio.